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Venerdì 19 Settembre 2014
Anche Caritas con papa Francesco in Albania   versione testuale

Domenica 21 settembre in occasione della visita apostolica di Papa Francesco in Albania una delegazione di Caritas Italiana, accanto a Caritas Albania, è stata presente a Tirana e poi presso il Centro Betania per accogliere il Santo Padre.
 
«Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e sopraffazione! - ha detto il Papa nel suo incontro con le autorità albanesi -. Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita ed alla libertà religiosa di tutti!»  Per papa Francesco «quanto accade in Albania dimostra invece che la pacifica e fruttuosa convivenza tra persone e comunità appartenenti a religioni diverse è non solo auspicabile, ma concretamente possibile e praticabile. La pacifica convivenza tra le differenti comunità religiose, infatti, è un bene inestimabile per la pace e per lo sviluppo armonioso di un popolo».
 
Successivamente il Papa ha ricordato come «L’Albania ha fatto una strada di pace, di convivenza e di collaborazione che va oltre, va ad altri Paesi che hanno ugualmente radici etniche diverse. E’ un Paese europeo. Per me questa è stata una sorpresa. L’Albania è un Paese europeo, proprio per la cultura – la cultura di convivenza, anche per la cultura storica che ha avuto».
Il Santo padre è poi tornato sul significato del suo viaggio anche in occasione della successiva Udienza generale di mercoledì 24 settembre.
 
Il viaggio per Caritas Italiana è stato anche un’opportunità per fare il punto sull’impegno che da oltre vent’anni sostiene Caritas Albania, soprattutto nell’aiuto alle fasce più marginalizzate della popolazione.

«Accompagniamo con la preghiera la visita di papa Francesco in Albania e lo ringraziamo per l’attenzione a questo Paese e a questo popolo al quale ci sentiamo particolarmente vicini». Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ricorda i forti legami anche ecclesiali esistenti tra Albania e Italia. Già nel 1993 Caritas Italiana si è occupata della riabilitazione dei reparti di neonatologia dell’ospedale ‘Bajram Curri’ di Tirana. Nel corso degli anni gli interventi si sono diversificati: dal recupero e animazione dei giovani in situazioni di marginalizzazione e disagio sociale alla crisi dei profughi kosovari; dal settore sanitario al reinserimento dei migranti che rientrano dall’Italia per trovare nuove possibilità nel paese di origine.

Da evidenziare inoltre il sostegno alla lotta contro le vendette di sangue (la Gjakmarrja) - un fenomeno purtroppo ancora molto diffuso soprattutto nelle regioni settentrionali - reso possibile grazie alla presenza di Caschi bianchi e ad un partenariato più che decennale con l’associazione “Ambasciatori di pace”. Attualmente, tre sono le aree d’intervento: sanità, emergenze umanitarie e sostegno a Caritas Albania nelle attività di progettazione europea, in particolare per l’inclusione sociale dei gruppi più vulnerabili. Nel Sud del paese c’è un’attenzione specifica alla promozione del volontariato e allo sviluppo di una ricerca sulla povertà con un focus su bambini e adolescenti.

Il viaggio della delegazione di Caritas Italiana è continuato in Kosovo dove l’attenzione principale è rivolta alle persone diversamente abili attraverso il sostegno ad un progetto di Caritas Kosovo. Il programma, attivo dal 2009, si propone di sensibilizzare la comunità sul tema dei disabili e di promuovere campagne anti-stigma. In particolare mira al miglioramento delle competenze dei membri delle associazioni di persone disabili presenti sul territorio nel campo della progettazione, monitoraggio, lobby e advocacy.