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Comunicato stampa congiunto (13/02/2019 - .pdf)
Documento finale (18/02/2019 -.pdf)
Lunedì 18 Febbraio 2019
Migranti, a Sacrofano nel segno dell'accoglienza l'incontro con Papa Francesco   versione testuale

Tre anni fa il Santo Padre ricordava come «di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi (...) il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta». E lanciava «un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi».  In molti hanno risposto e la Chiesa italiana ha moltiplicato le iniziative già consolidate di accoglienza diffusa, aprendo le porte delle proprie diocesi.

Proprio a sottolineare la sua costante attenzione all’accoglienza, il Santo Padre ha compiuto una visita in forma privata e ha presieduto venerdì 15 febbraio alle ore 16, presso la Fraterna Domus di Sacrofano (Roma) la celebrazione eucaristica, in apertura dell’incontro delle realtà di accoglienza, organizzato da Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Centro Astalli dal 15 al 17 febbraio 2019 dal titolo "Comunità accoglienti: liberi dalla paura".

L’iniziativa ha voluto essere un momento di comunione con famiglie, parrocchie, istituti religiosi e altre realtà che sono impegnate in percorsi di ospitalità di migranti. Con l’obiettivo di conoscersi, scambiarsi idee, esperienze e progettualità, e anche esprimere gratitudine a quanti, con la loro disponibilità, sono segno di autentica fraternità, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva. Si vuole così esprimere un messaggio di fiducia e di speranza, perché – rispetto all’accoglienza – non prevalgano inquietudini e paure. Le esperienze dei partecipanti a questo incontro testimoniano che la convivenza pacifica è davvero possibile.
 
Al termine della S.Messa il Papa ha detto ai partecipanti: “Il piccolo passo fa il grande cammino della storia! Avanti! Non abbiate paura, abbiate coraggio!”
 
Un messaggio di speranza e di impegno rilanciato in un documento conclusivo (vai al Documento)