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Bosnia ed Erzegovina   versione testuale

IL CONTESTO LOCALE

La Bosnia e Erzegovina è uno dei paesi più fragili in Europa, dal punto di vista politico, sociale ed economico. E' il paese più colpito dalla guerra dei Balcani degli anni Novanta sia per numero di vittime e sfollati, sia per i danni alle infrastrutture e all’economia del  paese. La BiH rimane ancor oggi un paese estremamente fragile dal punto di vista sociale e dal punto di vista economico: divisioni etniche, cattiva amministrazione, corruzione, una drammatica disoccupazione giovanile che ha raggiunto picchi del 63%. Gli accordi di Dayton del 1995 hanno lasciato un paese frammentato in ogni aspetto della vita comunitaria, politica, religiosa e sociale, colpendo soprattutto le fasce più deboli come i bambini. La situazione sociale di ampie fasce della popolazione è ancora molto preoccupante, e sono sorte nuove forme di povertà. Un milione di cittadini della Bosnia-Erzegovina - una persona su quattro - vivono al limite della povertà. In questo quadro già precario, s’inserisce il problema dei migranti, esploso in questi ultimi anni: oggi il paese è la nuova frontiera dell’Europa dai confini chiusi a chi fugge da guerre e privazioni.Caritas italiana è presente nel paese fin dal 1991, ed attualmente si occupa di queste tematiche.


EMERGENZA MIGRANTI

E’ drammatica la situazione dei migranti che, a partire dal 2018, arrivano in Bosnia e Erzegovina attraverso la Rotta balcanica. Attualmente ci sono circa 5.000 migranti accolti in strutture fatiscenti, inadatte alla sistemazione di qualsiasi persona ed in particolare di gruppi vulnerabili (bambini, donne incinta, persone malate), sia nell’area di Sarajevo che in quella di Bihac; mentre almeno altri 3.000 rifugiati sono costretti a dormire per strada o in strutture abbandonate che mancano di acqua, elettricità, servizi igienici.

Particolarmente grave la situazione venutasi a creare nel dicembre 2020-gennaio 2021 nella zona di Lipa, descritta come una catastrofe umanitaria, che ha messo a repentaglio la vita di centinaia di migranti durante il rigido inverno e nel pieno della pandemia da Covid-19 (vedi approfondimento on line).

Con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, di molte Caritas diocesane e di IPSIA-Acli, sono in corso: programmi di emergenza, quali la distribuzione di aiuti umanitari ai migranti in transito; sia interventi di accoglienza diffusa nel medio periodo com l’allestimento di strutture nuove all’interno dei campi, le attività di tipo psico-sociale ed educative nei Social cafè, l’installazione di lavanderie sociali nei campi. 

A settembre 2020 anche Papa Francesco ha deciso di sostenere il lavoro di Caritas per i migranti in Bosnia e Erzegovina, supportando la nascita di 2 nuovi Social Cafè nei campi di Usivak (zona di Sarajevo) e di Sedra (zona di Bihac).


ECONOMIA SOCIALE

Diversi sono i progetti per la promozione dell’economia sociale (LINK a www.sustainableeconomy.me) in corso nel paese, che si propongono di sviluppare una nuova cultura e risposte innovative alle comunità più povere. Il progetto più significativo è ELBA – Emergenza Lavoro nei Balcani, avviato nel 2015 con il cofinanziamento della Conferenza Episcopale Italiana ed ora supportato dal network Caritas, che coinvolge altri 7 paesi del sud est Europa (Albania, Bulgaria, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Grecia). 

Il progetto ELBA propone attività di formazione, scouting di buone esperienze, sostegno finanziario alle iniziative migliori, creazione di una rete di Paesi europei di supporto, sviluppo di nuove progettualità. E’ una risposta concreta, positiva, per contrastare l’assistenzialismo formando nuova cultura e nuove competenze. Negli ultimi anni sono nate decine di nuove imprese sociali nel paese che offrono lavoro dignitoso e qualitativo ai membri più vulnerabili della società, consentendo la loro integrazione sociale e stimolano lo sviluppo locale.

Il progetto ELBA sta inoltre supportando le imprese sociali più colpite dalle conseguenze della crisi da Covid-19 (vedi approfondimento on line), che ha messo in ginocchio molte attività economiche e sociali.

Molto importante è anche il progetto Erasmus+ “Employ Yourself”, di cui Caritas Italiana e Caritas Bosnia e Erzegovina sono partner, per la promozione dell’economia sociale tra i giovani italiani e i giovani dell’area balcanica. Il progetto prevede attività di scambio, visite studio, formazioni e campi estivi sul tema del social business.

DISABILITA’, SALUTE MENTALE, INCLUSIONE SOCIALE 

Attraverso il progetto regionale SOCIETIES 2  finanziato dall'Unione Europea a favore di 5 Paesi del Sud-Est Europa (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro Serbia), che promuove l’azione della società civile negli ambiti della salute mentale e della disabilità attraverso il rafforzamento delle organizzazioni della società civile, la promozione di politiche sociali innovative nella lotta alla povertà ed esclusione sociale, la creazione di servizi in comunità (centri diurni, imprese sociali). 

Sempre con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa di disabili è da poco stato avviato il progetto Empower, cofinanziato dall’UE e gestito dalla locale Caritas Bosnia e Erzegovina, che mira a migliorare le condizioni delle persone con disabilità nel loro percorso di inserimento sociale e lavorativo in tutto il paese.

GIOVANI E PROMOZIONE DELLA PACE

Intensa è la  collaborazione con il Centro diocesano per la pastorale giovanile “Giovanni Paolo II” , un’associazione attiva nell’ambito del dialogo interreligioso, dell’animazione giovanile e della promozione della pace. Molte le attività in corso e quelle attuate nel passato, come il il progetto Erasmus+ “INSIDE” che ha visto impegnati giovani bosniaci, albanesi e italiani su tematiche ambientali.

Continua anche la collaborazione con l’associazione Youth for Peace, da anni impegnata nella promozione del dialogo interetnico e interreligioso, l’organizzazione di campi per minori a rischio e l’avvio di un Centro dove i ragazzi possano formarsi in un clima dinamico, inclusivo, aperto al dialogo, allo scambio di idee. 

Presso queste due organizzazioni, Caritas italiana prevede la possibilità per i giovani di fare una esperienza di servizio civile per un anno, come Caschi Bianchi o come Corpi civili di Pace, o di svolgere esperienze estive di volontariato.

 

Per ulteriori informazioni

Ufficio Europa (Area Internazionale), europa@caritas.it

Come contribuire

Chi vuole sostenere gli interventi di Caritas Italiana (causale: "Bosnia ed Erzegovina") può versare il proprio contributo tramite