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(La situazione | Cosa sta facendo Caritas Italiana | Cosa ha fatto | Prospettive di intervento)

 

Il Messico si presenta come una realtà composita, caratterizzata da grandi disparità e contraddizioni. Pur costituendo la quattordicesima economia mondiale per volume di prodotto interno lordo, è allo stesso tempo lo Stato dell'OCSE con la più alta disuguaglianza nella distribuzione del reddito: stando alla Banca mondiale, il 10% più ricco della popolazione concentra nelle sue mani quasi il 40% delle entrate nazionali. Il Messico è inoltre segnato da vasti episodi di corruzione e da una violenza diffusa, in gran parte alimentata dalla guerra tra i vari cartelli della droga. Per questi motivi, nel 2018 è stato incluso dal Conflict Barometer dell’Università di Heidelberg come uno dei 15 Paesi in guerra del mondo.  

All’interno di tale realtà, già caratterizzata da forti sfide sociali, il Paese è stato colpito nel mese di settembre 2017 da un forte sisma, in 12 stati del Chiapas e del Messico centrale, con distruzione di case, edifici vari, chiese e soprattutto perdita di vite umane, feriti e sfollati. Il bilancio finale fu di 370 morti, di cui 228 nella sola capitale, dove il crollo di una scuola provocò la morte di bambini e insegnanti. A partire da questo evento si è attivata un’ampia rete di interventi internazionali, a cui ha partecipato anche Caritas Italiana. Il terremoto ha colpito anche varie zone montane, sede di comunità indigene, e considerate già prima del sisma come tra le più povere del Paese.

 

A partire dal gennaio 2019 Caritas Italiana sostiene con un finanziamento di 34.500 euro il progetto “De la emergencia al trabajo en solidaridad”, che ha come obiettivo la promozione dell'autorganizzazione delle piccole comunità rurali della diocesi di Tlapa, una realtà di montagna colpita dal terremoto del 2017. Il progetto ha lo scopo di riattivare l’economia locale mediante la fornitura dei necessari mezzi di sussistenza, soprattutto macchinari e strumentazione agricola. Il progetto ha inoltre lo scopo di sviluppare, mediante appositi corsi di formazione, la capacità dei piccoli produttori di costituire un mercato locale autonomo, dalla produzione al consumo, secondo un approccio solidale e comunitario.