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Si fa prevenzione, Comunitaria-Mente   versione testuale
19 febbraio 2021

Gli anziani e le persone con disagio psichico. Per motivi diversi, due tra i gruppi sociali messi maggiormente e duramente sotto pressione dalla pandemia. Un po’ ovunque. E anche ad Avellino, dove la Caritas diocesana ha deciso di rivolgere a queste persone un’attenzione particolare. Il Centro anziani della Caritas, pur avendo chiuso temporaneamente – per evitare il propagarsi dei contagi – il centro diurno di via Annarumma 97, non ha rinunciato a esercitare la sua funzione. I suoi operatori sono intervenuti, e intervengono, per alleviare le solitudini delle persone anziane, avendo attivato contatti telefonici sistematici e servizi di supporto domiciliare, di disbrigo di piccole faccende, di consegna della spesa, di acquisto dei farmaci, di pagamento delle bollette, di consegna domiciliare di diversi beni (libri, giornali, pasti preparati o altri beni che rappresentano una necessità quotidiana).
Più complesso, e articolato, è invece il progetto Comunitaria-Mente, finanziato con fondi otto per mille e volto a sostenere le persone con disagio psichico, o a rischio di disagio. A raccontarlo in dettaglio è Antonio Zagari, sociologo, operatore di strada di Caritas Avellino, che da tanti anni si occupa di persone e famiglie che vivono il dramma della malattia mentale e ha realizzato diversi progetti di salute mentale rivolti a persona e famiglie.
«Il progetto offre ai “cittadini invisibili” della nostra comunità, soprattutto ai giovani, un valido sostegno. Parlo di cittadini invisibili, perché oggi, ai tempi del Covid-19, il disagio psichico è diventato un problema ancora più difficile da gestire. La crisi sanitaria, i lockdown e la crisi economica hanno ripercussioni in tutto l'ambito relazionale, sia in ambito familiare sia in ambito comunitario. Ci troviamo di fronte a ragazzi che vivono processi d’ansia che sempre più stanno diventando parte della loro vita. Il progetto Comunitaria-Mente parte da questa fragilità, per arrivare a sostenere anche le famiglie, oggi ancora più sole di quanto non lo fossero in passato».
 
Questione di salute pubblica
Il territorio in cui si attua il progetto Comunitaria-Mente comprende, oltre ad Avellino, 16 comuni limitrofi. La rete è stata creata grazie alla presenza dei centri di ascolto parrocchiali, i primi a lanciare l’allarme sociale relativo alla condizione dei giovani. Le criticità sono state poi confermate dai dati del Dipartimento di salute mentale di Avellino. «Il Dsm, nei paesi interessati dalle azioni progettuali – prosegue Zagari – , ha trattato nel 2018 quasi 4.504 persone, corrispondenti al 13,5% della popolazione. L’incremento annuo di prese in carico nel 2019-2020 è stato del 7,9%. È cresciuto l’utilizzo dei trattamenti sanitari obbligatori (Tso) sul totale dei dimessi, sono il 21,8% contro il 16,6% dell’intera Campania. Fra i disturbi rilevati ci sono quelli psicotici, i disturbi dell’umore, di ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo».
In questo scenario, Comunitaria-Mente ha già preso il via. Si compone di una serie di azioni nel territorio, anzitutto la prevenzione territoriale della malattia mentale e dello stigma che può generare. Il progetto prevede poi spazi di ascolto terapeutico rivolti a persone e famiglie, a cui si affianca una sperimentazione laboratoriale, ovvero l’avvio di attività lavorative nell’ambito dell’agricoltura sociale rivolte a un gruppo di giovani. A supportare le azioni ci sono due psicoterapeuti, un educatore e un assistente sociale. Importanti sono anche i volontari, che da anni operano nel settore della prevenzione del disagio psichico. In particolare la cooperativa Koinon: opera-segno della Caritas diocesana di Avellino, si occupa della gestione del servizio, in particolare delle attività di inserimento al lavoro di giovani agli esordi della malattia. Infine, il progetto prevede il coinvolgimento dell’associazione dei familiari per la salute mentale “8 maggio”.
«La verità – conclude Antonio Zagari – è che anche stavolta la Chiesa si fa carico di un problema che incide profondamente nella società. Le istituzioni non vogliono capire che è seriamente necessario introdurre un approccio preventivo in ambito psichiatrico. I disturbi psichici, e più in generale il disagio psichico, rappresentano una questione di salute pubblica assai rilevante, anche in considerazione della potenziale cronicità, dei costi che determinano, delle conseguenze per coloro che ne sono affetti e per le loro famiglie. Il progetto Comunitaria-Mente è stato ideato per supplire alla carenza dei servizi di cura e riabilitazione in Irpinia, dove i servizi pubblici sono tutti a carattere residenziale e la cura è solo farmacologica. Mancano servizi territoriali e semiresidenziali. Non esistono percorsi strutturati di inserimento al lavoro. Tutto tradisce lo spirito della legge quadro 180 e del progetto-obiettivo regionale. Il nostro cammino sarà difficile. Però i ragazzi trovano assurda la realtà generata dalla pandemia, che ha scompaginato la loro vita e il loro futuro: il nostro progetto deve farsi carico di questa triste verità. Nel silenzio delle istituzioni, dobbiamo sperare oltre ogni speranza, per dare voce a chi non ha la forza di farlo».
 
Daniela Palumbo