Documenti:
- Intervista a don Francesco Soddu
- Preghiera per le vittime del mare (.pdf)
- Comunicato stampa del 2 luglio 2013 (.pdf)
- La situazione dell'accoglienza (Articolo da "Italia Caritas", aprile 2013 - .pdf)
- Lettera di S.E. mons. Montenegro all'Arcidiocesi (.pdf)
- Lettera di S.E. mons, Montenegro alla comunità di Lampedusa e Linosa (.pdf)
- Campagna per la Siria
- Giornata mondiale del Rifugiato 2013
- L'azione Caritas nell'accoglienza profughi
Martedì 2 Luglio 2013

Al termine della sua visita, come segno di fraterna solidarietà ai bisogni dei poveri e degli immigrati della diocesi e dell’isola di Lampedusa, il Santo Padre ha consegnato all’Arcivescovo, mons. Francesco Montenegro, ed a don Stefano Nastasi un obolo rispettivamente per la Caritas diocesana e per le necessità della parrocchia san Gerlando di Lampedusa.
Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana (vedi La Stampa), “quel richiamo alla globalizzazione dell’indifferenza dovremmo sentirlo tutti come uno schiaffo per ciò che non abbiamo fatto e uno sprone ad accogliere, ad ascoltare i nostri fratelli, a fare di più”. “Il Papa - prosegue don Soddu - ci sta dicendo con le parole e con i gesti come deve essere un cristiano: una persona che non accetta mediazioni, ma che va direttamente verso i fratelli. A Lampedusa il Papa ha vissuto in prima persona ciò che ci sta chiedendo di essere. Francesco chiede ai cristiani, alla Chiesa, alla Caritas di toccare e di essere accoglienti nei confronti della carne viva dei nostri fratelli bisognosi, strumento chiaro di una risposta della Chiesa e di Dio agli uomini . Il Papa stesso si fa garante della presenza di Dio. Lui stesso si pone come mediazione, come rappresentante di Cristo sulla terra”. Dopo questa visita nessun cristiano potrà più dire della questione immigrazione: ‘Non è affar mio, non mi riguarda’", conclude il direttore di Caritas Italiana.
Un appello «per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione», papa Francesco lo aveva già lanciato nel Messaggio Urbi et Orbi, parlando in particolare della Siria, ed ha poi a più riprese riportato l’attenzione sul dramma dei migranti e dei loro viaggi della speranza.

Sin dall’avvio della cosiddetta emergenza Nord Africa, infatti Caritas Italiana si è mobilitata e le Caritas diocesane si sono fatte carico dell’accoglienza di circa 3.000 persone. Un impegno certo non facile: dal lavoro in banchina a Lampedusa e sui binari di Ventimiglia, per passare all’accoglienza diffusa su tutto il territorio nazionale, fino alla costante interlocuzione con le istituzioni locali e nazionali. L’emergenza è stata dichiarata formalmente conclusa, ma l’impegno delle Caritas sul territorio continua, mentre le ripetute crisi internazionali, dalla Siria all’Egitto, rischiano di richiedere nuovi sforzi sul fronte della tutela e dell’accoglienza.
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