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Mercoledì 16 Luglio 2014
Attivo in 10 diocesi il progetto "Presidio" per i lavoratori stagionali   versione testuale

I recenti fatti accaduti a Castel Volturno, nella zona di Pescopagano, ripropongono con drammatica attualità il fenomeno del grave sfruttamento in agricoltura, e non solo. Un tema del quale troppo spesso ci si dimentica nonostante la dimensione del fenomeno e la sua diffusa presenza su tutto il territorio nazionale. La questione coinvolge in particolare i lavoratori stagionali irregolari  soprattutto  nella stagione estiva.
 
Caritas Italiana ha deciso di avviare un’azione sistemica (vai al comunicato stampa del 17/07/2014) sui territori interessati dal fenomeno. Per questo è nato il progetto Presidio, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e coordinato da Caritas Italiana con la collaborazione territoriale di 10 Caritas diocesane: Acerenza, Caserta, Foggia-Bovino, Melfi-Rapolla-Venosa, Nardò-Gallipoli, Oppido-Palmi (Rosarno), Ragusa, Saluzzo, Teggiano-Policastro (piana del Sele), Trani-Barletta-Bisceglie.
 
Obiettivo del progetto è quello di garantire una presenza costante su quei territori che vivono stagionalmente l’arrivo di lavoratori attraverso un presidio di operatori Caritas pronti ad offrire, oltre ad un’assistenza per i bisogni più immediati, anche un’assistenza legale e sanitaria e un aiuto per i documenti di soggiorno e di lavoro.
Si tratta nel complesso di un centinaio di operatori che girano le campagne con dei furgoni o dei camper riconoscibili grazie al logo di progetto e possono seguire così, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas (vai al dépliant informativo)
 
Non solo, dunque, un Presidio per l’accoglienza ma soprattutto un Presidio di legalità.“Il “lavoro schiavo” oggi è moneta corrente!” ha detto Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati. Sollecitata, dunque, anche da queste parole, la Chiesa Italiana ha voluto dare un segno concreto di vicinanza a quanti cercano una ragione di vita in contesti lavorativi non conosciuti in cui non è facile trovare riferimenti e dove spesso le tutele minime non vengono garantite neppure agli italiani. “Si tratta – come sottolinea il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu - di accogliere, ascoltare, accompagnare persone particolarmente vulnerabili e, dove necessario, difenderle da sfruttamento e soprusi”.