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Martedì 23 Marzo 2021
Rotta Balcanica: solidarietà per i migranti in Bosnia e Erzegovina   versione testuale

Sono trascorsi sei anni dall’estate del 2015, quando un milione di profughi passò da una nuova rotta migratoria, la Rotta Balcanica, e bussò alle porte d’Europa chiedendo rifugio. La politica difensiva adottata in questi anni da molti paesi europei ha coronato di chilometri di filo spinato i confini dell’Ue, potenziato la repressione della polizia di frontiera, creato dei giganteschi campi di confinamento legalizzati, , spesso in stato di degrado, lontani dai centri abitati, fortemente controllati, dove la vita dei migranti è al limite dell’umano, e lasciato senza alternative migliaia di persone come è avvenuto questo inverno a Lipa, in Bosnia e Erzegovina. 
 
 
La situazione molto fragile da tempo, è gravemente precipitata negli ultimi giorni di dicembre 2020: nell’area di Bihac, le diatribe politiche locali hanno portato alla chiusura repentina di uno dei principali Centri di Transito della zona, il campo Lipa, che ospitava circa 1.200 persone al momento della chiusura, lasciandole in condizioni inaccettabili, abbandonate a se stesse. Una situazione estrema, impensabile in un paese europeo che ha riportato l’attenzione di tutti nuovamente sulla Rotta Balcanica, un corridoio lungo il quale i migranti dalla Turchia attraversando paesi come la Grecia, l’Albania la Macedonia, la Serbia e la Bosnia Erzegovina cercano di arrivare in Europa.
Una rotta che rischia di vedere lo scoppio nei prossimi mesi di nuove gravi emergenze umanitarie, derivanti sia dalle nuove crisi erompenti nei paesi limitrofi, una delle quali certamente è quella dell’Afghanistan. Molti sono le famiglie e giovani afgani che sono fuggiti percorrendo questa rotta, molti minori non accompagnati. Ma anche dalla non-gestione strategica della questione migratoria, i particolare in Grecia e in Bosnia Erzegovina.
 
Decine di migliaia di migranti in transito sono stati rinchiusi per mesi e spesso anni all’interno dei campi profughi o strutture di vario genere presenti in tutti i paesi coinvolti dalla rotta balcanica; campi inadeguati e sovraffollati che si sono trasformati in luoghi dalle condizioni estreme: senza servizi idonei, in condizioni igieniche pessime, con gravi rischi per la salute psicofisica di queste persone. E proprio ai confini dell’Europa, culla del diritto, i diritti umani sono quotidianamente violati.
 
 
L’intervento di Caritas Italiana si è sviluppato negli anni attraverso azioni e progetti che assicurino  servizi di accoglienza, sostegno psico-sociale, servizi protezione dell’infanzia,  distribuzione di cibo e di beni di prima necessità, cercando nel contempo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di cambiare le politiche di accoglienza locali e comunitarie. In particolare a Lipa e negli altri campi di accoglienza della Bosnia e Erzegovina, grazie alle donazioni ricevute in questi mesi è stato possibile sviluppare i seguenti interventi: 
•    distribuzione di beni necessari per sopravvivere durante il freddissimo inverno – legna da ardere, cibo, acqua, vestiti invernali, kit igienici;
•    apertura di un nuovo tendone-refettorio riscaldato, per consentire ai migranti di Lipa di mangiare in un luogo dignitoso, caldo e piu accogliente; e di altre due tensostrutture adiacenti per i bisogni sanitari del campo (isolamento per scabbia e covid);
•    l’acquisto di una autocisterna per il Comune di Bihac per il trasporto dell’acqua potabile ai migranti al campo di Lipa, dove al momento mancano gli allacci idrici e dove l’attuale autocisterna del Comune non riesce ad arrivare regolarmente perchè in pessime condizioni;
•    l’organizzazione di attività psico-sociali presso il campo profughi di Sedra (zona Bihac) e presso il campo profughi di Usivak (zona Sarajevo), dove sono accolte le famiglie con bambini e i minori non accompagnati
•    servizi di lavanderia sociale per poter lavare e disinfettare vestiti, coperte e asciugamani in uso agli ospiti dei campi; nei luoghi di transito (come nella città di Tuzla) o nei campi profughi (attualmente a: Usivak, Blazuj, Borici).
•    sostegno alle diverse attività della Chiesa locale a supporto dei migranti (mense, cooperative sociali, ascolto e accompagnamento delle famiglie) e della popolazione locale.
 
 
Per sostenere gli interventi della Caritas per le popolazioni migranti in Bosnia Erzegovina e lungo la Rotta balcanica si può donare on-line, oppure, specificando nella causale “Europa/ Rotta Balcanica” si possono utilizzare i seguenti conti intestati a Caritas Italiana:
conto corrente postale n. 347013
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119