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Venerdì 21 Maggio 2021
Terra Santa: la guerra si ferma, ora occorre costruire la pace   versione testuale

Dopo settimane di scontri e 11 giorni di guerra, finalmente la tregua invocata è arrivata. Il bilancio delle vittime e dei danni materiali è molto pesante. Oltre a morti e feriti a Gaza, in Cisgiordania e in Israele, sempre a Gaza  più di 1700 abitazioni e negozi sono distrutti o gravemente danneggiati, più di 14.000 con danni lievi. Gravi anche i danni ai servizi educativi, sanitari e alle infrastrutture:  risultano danneggiate  46 scuole, 2 asili, 6 ospedali e   11 centri sanitari, un ospedale non è funzionante per mancanza di elettricità. Particolarmente critica è la fornitura di energia elettrica con 7 ore in media di corrente al giorno e un quarto circa del fabbisogno di energia coperto. Ciò provoca anche la carenza di acqua potabile proveniente dagli impianti di desalinizzazione per circa 400.000 persone e l’interruzione degli impianti di depurazione e smaltimento delle acqua reflue che al momento finiscono nel mare senza essere trattate.  Sono circa 91.000 le persone sfollate nella striscia di Gaza che necessitano di assistenza. Caritas Italiana collabora da anni con Caritas Gerusalemme ed è ora in costante contatto per fornire aiuti  alla popolazione colpita. Sin dalle prima ore dopo il cessate il fuoco il team di Caritas Gerusalemme si è attivato per accedere a Gaza e predisporre gli interventi sulla base dei bisogni più urgenti.  Dati gli enormi  bisogni, sarà necessaria una risposta umanitaria su larga scala. In particolare si darà priorità all’assistenza sanitaria di base, al trattamento di feriti  non gravi, alla  distribuzione di generi di prima necessità e  al supporto psicosociale alla popolazione  fortemente traumatizzata da quella che gli operatori Caritas sul posto definiscono la più grave escalation in tanti anni di conflitto: “E’  una guerra completamente differente dalle precedenti che sta aggravando come mai prima il clima di odio tra la popolazione. I bombardamenti  a tappeto e senza sosta su Gaza, Israele e Cisgiordania stanno causando enormi danni non solo agli obiettivi militari, ma alla popolazione civile” . 
 
Il team medico di Caritas Gerusalemme, che gestisce una clinica a Gaza City e  alcune cliniche mobili in grado di servire più di 6.000 persone, nella misura in cui si potrà estendere l’intervento intende accrescere il raggio di azione facendo leva su una rete di centri già attivi  sul territorio. Parimenti, in base alle possibilità di accesso consentite, si avvieranno visite ad anziani e famiglie vulnerabili. L’intervento medico della Caritas si inserisce in un sistema sanitario già  fortemente deficitario e provato dalla pandemia di Covid 19, dalla carenza cronica di farmaci, dalla scarsa manutenzione delle strutture, dai tagli alla corrente, dalle restrizioni all’importazione di beni . I precedenti conflitti avevano danneggiato più del 40% delle cliniche di primo soccorso di Gaza a fronte di un bisogno di cure crescente e un accesso ad esse già estremamente critico soprattutto per i più vulnerabili e  per coloro che vivono in aree emarginate.
Caritas Italiana lancia un appello alla solidarietà verso una popolazione in estremo bisogno di aiuto e si unisce alla preghiera e al grido di pace di  Papa Francesco nella consapevolezza che, come  sottolineato dal  Patriarca Latino di Gerusalemme,  “La pace richiede giustizia. Nella misura in cui i diritti di tutti, israeliani e palestinesi, non sono accolti e rispettati, non ci sarà giustizia e quindi non ci sarà pace“.
 
La Chiesa che è in Italia si unisce alla veglia di preghiera  a Gerusalemme sabato 22 maggio alle ore 17. Questa iniziativa, alla vigilia della solennità di Pentecoste, è stata organizzata dall’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, con la collaborazione dell’Unione delle religiose e del Comitato episcopale dei religiosi. “Invochiamo lo Spirito di pace – afferma il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI – perché illumini e sostenga il processo di pacificazione nella Terra Santa. In questo momento storico siamo tutti chiamati a costruire la pace e a impegnarci perché non si perda la consapevolezza della fratellanza universale che unisce i popoli, al di là di ogni credo. La Chiesa che è in Italia è vicina al Patriarcato latino di Gerusalemme e a tutto l’Episcopato cattolico di Terra Santa: non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza di così tante persone che c’interpella e ci scuote nel profondo".
 
È possibile sostenere gli interventi di aiuto tramite Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale  n.  347013,  o donazione  on-line ,  o  bonifico  bancario  (causale  “Emergenza Medio Oriente”)  tramite:
  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119