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Mercoledì 9 Luglio 2014
Caritas: appello alla pace a Gaza e in Israele   versione testuale

«Gaza è in una confusione completa. La striscia di territorio è abitata da 1.700.000 palestinesi, ed è chiusa dal 2006, una vera prigione. Abbiamo continui appelli, soprattutto i bambini soffrono e crescono nella paura. Si parla di provocazioni, ma le provocazioni sono reciproche da anni e ogni pretesto è buono per dare voce a quella che sembra l’unica possibile: la violenza e la rappresaglia». È il drammatico commento che ci arriva da padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Gerusalemme, dopo la ripresa in questi giorni del mai sopito conflitto israelo-palestinese.

Le drammatiche vicende di questi giorni si uniscono così in Medioriente al conflitto in Siria, con i suoi oltre 160.000 morti, i milioni di rifugiati e il suo estendersi nel nord Iraq con l’offensiva  delle milizie dell’Isis; allo stato di instabilità del Libano e della Giordania, che come il Libano è sommersa dai profughi siriani.

A Gaza, secondo quanto ci riferisce ancora padre Raed, manca acqua potabile, l’elettricità è saltuaria, la disoccupazione altissima, «questa guerra non potrà che peggiorare una situazione già drammatica. - aggiunge -. La violenza non poteva che riesplodere, poiché nessun progresso politico è veramente stato fatto per risolvere la questione palestinese. Da una parte e dall’altra ci si accusa di atrocità». Padre Raed ha ricordato queste cose anche in una intervista a TV2000 del 16 luglio scorso.
 
Caritas Italiana si unisce all'appello alla pace delle Chiese del Medioriente e alle innumerevoli richieste del Papa: basta con i conflitti, basta con l’impotenza della comunità internazionale, occorre sostenere le forze che vogliano la pace, che esistono fra gli ebrei come fra gli arabi.

Caritas di Gerusalemme, anche con il sostegno di Caritas Italiana che un anno fa è stata in visita sul posto e delle Caritas di altri paesei, da molti anni è presente a Gaza, soprattutto nel campo sanitario e anche se le attività sono ora ferme in questi giorni di particolare violenza, sta preparando un nuovo appello per assistere le vittime appena possibile, soprattutto i bambini.