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Riforma della normativa sulla cittadinanza   versione testuale


 
Nota tecnica del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Roma, 4 agosto 2006

L'équipe del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes si è fatta carico di stimare il numero delle persone immigrate che potrebbero acquisire la cittadinanza italiana, previa maturazione di un soggiorno legale di 5 anni. Si può fare un ragionamento distinto per gli adulti e per i minori.

Prendendo come base di partenza i dati dell’ultimo censimento (527.000 immigrati che già nel 2001 avevano più di 5 anni di residenza) e tenuto conto di quanti possono avere maturato tale requisito nei successivi cinque anni, si arriva ad un totale di 900 mila adulti. Sono dei potenziali richiedenti perché, come risaputo, tra le prime generazioni di emigrati, così come è avvenuto per i nostri connazionali all'estero, non tutti chiedono la cittadinanza del paese di accoglienza, specialmente quando questa non è cumulabile con quella del paese di origine. Nel 2008 a questi potenziali beneficiari si aggiungeranno i 650.000 regolarizzati del 2002 e si arriverà a superare il milione e mezzo di potenziali aventi diritto.

Per quanto riguarda i minori, che attualmente sono circa 600.000, si è calcolato che dal 1994 ad oggi 305.000 sono nati in Italia e, quindi, in buona parte avrebbero diritto alla concessione della cittadinanza: il numero effettivo dipenderà dal legame della nascita in Italia alla residenza previa dei loro genitori, tenendo presente che queste nascite sono aumentate negli ultimi tempi fino ad arrivare, all’incirca, alle 55.000 unità annue. Bisogna, inoltre, tenere conto del numero dei minori, figli di entrambi i genitori stranieri, nati in Italia prima del 1994, senz’altro diverse decine di migliaia. Infine, se si entra nell’ordine di idee di facilitare l’attribuzione della cittadinanza ai ragazzi che, pur non essendo nati in Italia, hanno qui conosciuto la loro socializzazione dai primi anni di vita, si arriva ad aumentare ulteriormente la consistenza degli attuali aventi diritti.

L'accesso dei comunitari alla cittadinanza italiana si pone in misura molto meno accentuata, sia perché i loro matrimoni con donne e specialmente uomini italiani sono frequenti e questo già spiana la via alla cittadinanza, sia perché il fatto di essere cittadini europei e la connessa garanzia della libera circolazione porta a non considerare la cittadinanza italiana come uno strumento utile per stabilizzare il proprio soggiorno.

In prospettiva la presenza degli immigrati, che è già diventata una dimensione strutturale della società italiana e del suo mercato occupazionale, verrà evidenziata dalla riforma della normativa sulla cittadinanza, che li trasformerà da stranieri a cittadini, con uguaglianza di doveri e anche di diritti.


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