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Polonia, nuovo paese di frontiera. Da migranti a comunitari   versione testuale


 
Caritas Italiana
Comunicato stampa del 4 luglio 2006 (n.15)

Presentato oggi a Roma un volume sulle migrazioni polacche. Dalla ricerca un preciso identikit dei 100mila polacchi presenti in Italia: ben inseriti, istruiti, profondamente religiosi, affezionati alla cultura italiana e orgogliosi delle loro tradizioni.
Un' "integrazione a testa alta" per un popolo che appartiene al maggiore tra i nuovi Stati dell'Unione europea.


«La crescita dell’Unione europea non è solo un processo formale. Se così fosse, i 100mila polacchi soggiornanti in Italia da extracomunitari sarebbero diventati europei restando sempre stranieri. Invece il cambiamento giuridico avvenuto con l'allargamento deve incidere anche sui nostri atteggiamenti nei loro confronti». Così don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, alla presentazione del volume su "Polonia. Nuovo paese di frontiera. Da migranti a comunitari". Due anni di ricerca, 40 autori di cui la metà polacchi, più di 100 testimoni privilegiati intervistati. Una panoramica a tutto campo sulla presenza dei polacchi in Italia: da Roma che ne accoglie un quarto del totale, a Napoli, Milano, Bologna, Perugia, Firenze…

I tre quarti della popolazione polacca soggiornante in Italia è costituito da donne, ben inserite nel settore dell’assistenza familiare.
È comunque fuori luogo l’equazione "donne polacche uguale colf" e "uomini uguale muratori". Si tratta di una presenza istruita (il 65% è laureato o diplomato, ben 15 punti in più rispetto agli italiani), con un'ottima conoscenza delle lingue, che inizia a farsi strada in diversi settori, sfatando il pregiudizio che li vorrebbe poveri lavoratori e, naturalmente, dediti all’alcol.

Corrisponde, invece, al vero, che i polacchi siano profondamente religiosi e, anzi, le vicende migratorie li hanno spesso portati ad approfondire all'estero la propria religiosità. Questo è dovuto anche alla pastorale condotta dai cappellani polacchi, sapientemente ispirata alla salvaguardia dei valori religiosi e all’apertura alla promozione sociale.

I polacchi sono l'esempio emblematico dell'Europa dell'Est, che è diventata nostra vicina di casa. Interessati a guadagnare di più per sostenere le loro famiglie e il loro paese, spesso si accontentano di una permanenza temporanea ma non disdegnano neppure un inserimento stabile, come attestano le numerose coppie miste.
Mandano i risparmi in patria, ma tendono anche a comprare casa in Italia. Si affezionano alla cultura italiana, ma rimangono attaccati ai loro valori e tradizioni.

Alla presentazione di questa mattina presso la Sala Baldini in Piazza Campitelli, a Roma, sono intervenuti, oltre a don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, rappresentanti di Migrantes (don Adam Dalach), del Dossier Statistico Immigrazione (Franco Pittau e Antonio Ricci), del ministero degli Affari esteri italiano (ambasciatore Adriano Benedetti) e polacco (console Anna Bednarek), gli esponenti del mondo bancario (Lauro Longarzo di Unicredit) e di quello sociale (Anna Adamczyk, Casa dei diritti Sociali), l’assessore al comune di Roma per le politiche sociali (Raffaela Milano). Durante la presentazione del volume sono stati approfonditi i molteplici aspetti di questa presenza. È stato più volte sottolineato come la Polonia possa essere un esempio tra i più significativi di una "integrazione a testa alta", attenta ai valori del paese che accoglie e orgogliosa della propria tradizione.

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