Home Page » Attivita' » Progetti » Italia » Emergenza COVID-19 » L'impegno Caritas » Nel mondo » America Latina: la cura delle relazioni 
Sabato 2 Maggio 2020
America Latina: la cura delle relazioni   versione testuale
2 maggio 2020

Non compare sulle prime pagine o nei titoli di testa dei nostri media. Ma l’America Latina non è affatto immune ai molteplici effetti dell’epidemia da Coronavirus. Complessivamente, in tutto il continente americano, al 21 aprile erano 893.119 i casi confermati, e i morti 42.686. Ma se si sottraggono a tale volume complessivo i dati relativi agli Stati Uniti e al Canada, nel complesso dei paesi restanti si giungeva a un totale molto inferiore i casi, ovvero 104.255 persone positive e 5.075 deceduti (vedi tabella). Rispetto ad altri paesi e altre regioni del mondo a sviluppo avanzato, però, è probabile che il numero di persone positive fosse e sia molto maggiore: in molti paesi latinoamericani è ancora basso il numero di tamponi e accertamenti sierologici effettuati sulla popolazione non raggiunta dall’assistenza sanitaria di emergenza.
In questi ultimi due mesi, tutte le Caritas dei territori colpiti dalla pandemia si sono attivate in forma diversa per far fronte alle necessità delle comunità più duramente colpite: i gruppi minoritari, le famiglie povere, gli anziani soli, ecc. Oltre a tali categorie, si evidenzia nel continente americano la situazione problematica vissuta dai migranti e dai rifugiati, secondo diverse modalità. Ad esempio, oltre al rischio di aumento dei casi di positività tra i profughi che vivono in situazione di precarietà e promiscuità sociale in vari paesi dell’America Latina, la Conferenza episcopale guatemalteca (Ceg), in un comunicato diffuso il 16 aprile, ha denunciato un fenomeno ulteriore, relativo alla situazione dei migranti centroamericani di ritorno, e non solo guatemaltechi, obbligati a rientrare in patria dal Messico e dagli Stati Uniti, nel bel mezzo della pandemia, dopo l’inasprimento improvviso dei controlli nel territorio. Queste persone si aggiungono ai tanti lavoratori precari che vivono nelle città del Guatemala (e di altri paesi), rimasti senza alcuna fonte di guadagno a causa delle rigide quarantene imposte dai governi intorno alla metà del mese di marzo (in Guatemala la misura, che comprende il coprifuoco serale e del fine settimana, è riuscita comunque a limitare i contagi: 196 persone positive in tutto il paese, con sole 5 vittime).
A influenzare questo tipo di decisioni vi è la scarsa capacità dei sistemi sanitari pubblici della regione latinoamericana nel prendere in carico i casi più gravi di Covid-19. Non tutti i paesi forniscono dati aggiornati e attendibili sul numero di posti letto in terapia intensiva. In base alle sole informazioni disponibili, si osservano forti sperequazioni. Si va da situazioni di relativa disponibilità (il Brasile ha 28 mila posti letto in terapia intensiva in ospedali pubblici e filantropici) a situazioni di forte vulnerabilità (ad Haiti vi sono 124 posti letto in terapia intensiva e 64 respiratori, per una popolazione di quasi 12 milioni di abitanti).
 
Attenzione alla dimensione umana
Cosa fanno le Caritas nei diversi paesi dell’America Latina? Ecco alcuni esempi di attività, tratti dagli aggiornamenti periodici forniti da Caritas Internationalis. Rispetto alle azioni in atto in Italia e in Europa, le azioni messe in atto dalle Caritas latinoamericane si distinguono per una forte attenzione alla dimensione umana, relazionale e spirituale, che accompagna sempre tutte le azioni di intervento, anche quelle più strettamente materiali. Ecco alcuni esempi.
 
HONDURAS: il monitoraggio cittadino degli aiuti
In seguito allo scoppio della pandemia, il governo dell’Honduras ha avvisto il progetto denominato Operazione Honduras Solidaria, il cui obiettivo è fornire razioni alimentari alle famiglie colpite dalla crisi. Per difendersi dal rischio di una distribuzione politicamente orientata degli aiuti, la Caritas nazionale – con il sostegno di cittadini comuni, organizzazioni della società civile e basate sulla fede – sta conducendo un monitoraggio dell’iniziativa pubblica. Si tratta di una forma di partecipazione civica, attraverso la quale i cittadini possono esercitare il loro diritto costituzionale di fornire una supervisione obiettiva e imparziale sulla gestione dei beni pubblici. 
I criteri di valutazione che guidano l’azione di Caritas Honduras sono la trasparenza (riguardo al modo in cui il cibo viene distribuito a coloro che ne hanno davvero bisogno), l’equità (nell’aiutare le persone in modo imparziale) e la depoliticizzazione (per fare in modo che si riceve l’aiuto di cui si ha bisogno indipendentemente dal partito di appartenenza). I partecipanti al monitoraggio utilizzano un breve questionario per esaminare e comprendere meglio le distribuzioni in corso da parte dei destinatari.
 
MESSICO: reti di solidarietà di vicinato
L’urgenza che i cittadini rimangano nelle case per difendersi dalla diffusione di Covid-19 ha spinto la Caritas Mexicana a sviluppare una guida per aiutare le parrocchie a creare consapevolezza dei comportamenti personali da adottare, ma soprattutto a organizzare un’assistenza comunitaria grazie alla quale nessuna persona rimanga non protetta. I due rischi maggiori, secondo Caritas Mexicana, sono che il lungo isolamento fisico possa influenzare gli stati emotivi delle persone, aumentando le tensioni in casa, e che l’interruzione delle attività produttive possa devastare il reddito delle famiglie. A fronte di tali rischi, appare urgente riordinare i modelli di consumo e creare meccanismi di solidarietà reciproca. Così è stata prodotta una Guida che orienta i lettori a formare reti di solidarietà di vicinato (Reves) all’interno di una parrocchia, con molteplici obiettivi: costruire forme di supporto emotivo durante la contingenza, al fine di prevenire crisi di depressione, panico o stress; monitorare la situazione dei vicini più vulnerabili, come anziani, malati cronici, disabili, chi ha perso il lavoro; individuare famiglie con una storia di violenza domestica e costruire reti di comunicazione affettiva, per prevenire situazioni di conflitto o atti di aggressione; collaborare a soddisfare alcuni bisogni fondamentali della comunità, quali cibo, medicine, informazioni e sicurezza; favorire una distribuzione solidale dell’eventuale sostegno governativo; creare reti di preghiera nelle comunità.
A livello pratico, per far fronte all'emergenza, sono in atto tre livelli di organizzazione territoriale degli aiuti: stradale o condominiale; residenziale, di settore o vicariale; parrocchiale. A tutti i livelli, Caritas Mexicana ha individuato nei giovani i principali attori da coinvolgere, soprattutto nella promozione di reti di aiuto sulla strada e nei grandi complessi residenziali, con particolare attenzione alla salute degli anziani. Ogni livello dell’organizzazione svolge funzioni specifiche a supporto delle persone più vulnerabili, coordinandosi con altri livelli e attori. Questa rete è saldamente fondata su protocolli di misure di protezione personale, volti a salvaguardare la salute di tutti.
 
VENEZUELA: strategie di accompagnamento comunitario
Il coronavirus ha implicato la chiusura o la rimodulazione di molte attività di Caritas Venezuela: economica, educativa, religiosa, sportiva, ricreativa, sociale, ecc. Caritas, oltre ad adattare alcune sue attività assistenziali di base alle nuove esigenze, sta cercando di trovare soluzioni creative anche per aiutare le persone ad avere accesso alle informazioni corrette, a continuare a vivere la loro fede in isolamento e a mantenere alto lo spirito. 
Tra i servizi innovativi previsti vi sono le visite telefoniche, un modo per continuare a seguire, nonostante la distanza, le famiglie aiutiate nelle comunità. Molte persone non hanno un telefono, ma possono essere raggiunte tramite chi lo ha, a cui viene chiesto anche di segnalare persone che non possono mettersi in contatto con nessuno. Una speciale hotline telefonica serve poi a intervenire in situazioni di emergenza per chi è più nel bisogno, creando i collegamenti in modo che questi casi ottengano l’aiuto di cui hanno bisogno. Infine l’iniziativa Invio di messaggi vede impegnata ogni Caritas diocesana o parrocchiale, tramite appositi gruppi parrocchiali Whatsapp, a ridurre e controbattere i messaggi catastrofici e non confermati, ad aumentare invece i messaggi concreti e positivi su come gestire lo stress e l’ansia, anche per rafforzare la consapevolezza delle misure realmente utili ad evitare il contagio.
Il servizio Incoraggiamento della parrocchia, in coordinamento con i pastori, serve a registrare messaggi di incoraggiamento e speranza per le famiglie vulnerabili e malate; mentre il servizio Ringraziamento raggiunge via telefono medici, infermieri e volontari Caritas che prestano servizio in prima linea, inviando loro un messaggio personalizzato per conto della Caritas e della Chiesa, per ringraziarli e offrire una preghiera.
Tramite il Servizio porta a porta, giovani e adulti aiutano le persone in condizioni di estrema necessità, distribuendo aiuti in condizioni di sicurezza. La campagna Condivisione vivente, invece, in base alle disponibilità di scorte induce a consegnare kit igienici, compresse per la purificazione dell’acqua e filtri domestici, sempre rispettando le misure di sicurezza.
Sul versante della formazione, i corsi di Caritas Venezuela continuano a distanza. Più di 300 studenti, per esempio, sono iscritti al corso sull’uso dell’acqua. Infine una curiosità, ovvero la fornitura di microfoni e megafoni: si utilizzano nelle chiese, nelle sale comuni, nelle radio, nelle comunità per rafforzare messaggi di base, come «Resta a casa» o «Mantieni la distanza sociale».
 
Walter Nanni