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Un piccolo gesto accorcia le distanze   versione testuale
16 giugno 2020

«Non è stato semplice garantire tutti i servizi e dare le risposte ai tanti bisogni, tutelando insieme la sicurezza del personale e dei nostri volontari. Conciliare queste due cose, anche alla luce dei decreti che si susseguivano, non è stato facile, ma ha dato un senso nuovo alla nostra esperienza. Ha messo la Caritas di fronte a domande essenziali: Cosa facciamo? Ci fermiamo? Chiudiamo tutto o troviamo modi diversi per operare?». Paolo Valente è il direttore della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone, che ha 4 sedi (incluse Merano e Brunico) sparse nella provincia autonoma, oltre ad alcuni servizi in val Venosta. Si tratta di una Caritas assai ben strutturata, che si è posta però le stesse domande che si sono dovute porre tutte le altre Caritas diocesane nel periodo del picco dell’epidemia e del lockdown.
«Non è stato facile, ma abbiamo deciso che avremmo fatto tutto il possibile per continuare, in sicurezza, a operare utilizzando le nuove tecnologie: mail, WhatsApp, social, ecc... L’obiettivo era continuare a offrire i servizi e l’ascolto, anche se in modalità diversa. Abbiamo inoltre attivato subito un numero telefonico, con operatori a disposizione per rispondere a qualsiasi tipo di domanda. In questo periodo di emergenza i bisogni sono cambiati. La domanda più frequente che ci siamo sentiti rivolgere ha riguardato il cibo. Sono diminuiti i punti di distribuzione abitualmente presenti nel territorio e di conseguenza è aumentato il numero di persone che si sono rivolte alla mensa Caritas. E poi, come tutti, abbiamo verificato che la preoccupazione maggiore, in tante famiglie (preoccupazione che riguarderà da vicino anche la fase post-emergenza), è relativa al lavoro. Il tasso di disoccupazione in Alto Adige era inferiore al 3%, ma sappiamo già che è quasi raddoppiato. In molti casi non sono stati rinnovati tanti contratti legati al turismo, ma non solo».
Aiuti alimentari, supporti finanziari, ascolto sia pure a distanza. Un fil rouge che ha legato tante Caritas diocesane, dal nord al sud dell’Italia. E poi c’è la solitudine. «Già – conferma Valente –, la dimensione della solitudine, sulla quale avevamo iniziato a operare lo scorso anno, e che in questo periodo è emersa in modo preponderante, soprattutto tra gli anziani. Abbiamo offerto sostegno e ascolto telefonico. E abbiamo anche ripreso l’idea della Caritas diocesana di Rimini e dei suoi “messaggi in bottiglia”: riflessioni, pensieri, piccole poesie, destinati alle persone che i nostri giovani incontravano, consegnando la spesa a domicilio».
 
Casa e lavoro, si guarda al futuro
Lutto, morte, suicidio. Altre esperienze divenute drammaticamente centrali nei mesi del picco epidemico. Da qualche anno Caritas Bolzano coordina altre organizzazioni, impegnate in azioni di prevenzione dei suicidi nel territorio altoatesino, dove il tasso di incidenza del fenomeno è più alto rispetto al resto del paese, anche tra i giovani. Nella fase di emergenza sanitaria il rischio è aumentato. «E gli psicologi – prosegue il direttore Caritas – ci dicono che anche nelle fasi successive alla pandemia i rischi si presenteranno in forma maggiore rispetto al solito. Poi c’è il tema del lutto, delle molte persone costrette a morire sole: lascerà tracce psicologiche pesanti sui sopravvissuti. La Caritas è sensibile a questo tema. In un periodo in cui erano vietati i funerali, con i volontari del servizio Hospice, che generalmente accompagnano le famiglie e i malati nelle fasi terminali della malattia, abbiamo creato un presidio al cimitero di Bolzano: i nostri volontari, per chi lo desiderava, erano presenti per accompagnare i familiari del defunto, con un fiore o un pensiero scritto. Un gesto molto piccolo, però importante in un momento che ha visto e vede predominare la cultura del distanziamento».
Ora si guarda al futuro. «Presto attiveremo – conclude Valente – lo Sportello casa-lavoro, per l’ascolto e l’accompagnamento di persone che sono alla ricerca di un alloggio e un impiego. E stiamo riprendendo le attività estive per bambini. Le nostre tradizionali colonie al mare riaprono in questi giorni, ma anche a Merano avremo un’attività estiva in appoggio alle famiglie, e dalla prossima settimana nella sede di Bolzano attiveremo l’animazione per i figli dei nostri operatori».

Maria Assunta Casati