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Ebola, trasmesso dai pipistrelli della foresta   versione testuale
22 aprile 2020

Iniziata nel dicembre 2013 nella città guineana di Gueckedou, alla frontiera con la Liberia, nella regione forestale, l’epidemia di Ebola fra il 2014 e il 2015 si diffuse in molti paesi dell’Africa Occidentale, soprattutto i limitrofi Liberia e Sierra Leone, non risparmiando Nigeria, Mali e Senegal. Il virus fu trasmesso all’uomo probabilmente da un pipistrello della frutta, onnipresente nella zona forestale, soprattutto durante la stagione della raccolta del mango.
Del tutto sottovalutato all’inizio, il virus fu identificato nel marzo 2014: solo nella successiva estate divenne chiara l’ampiezza della catastrofe in corso. Almeno 28 mila persone furono infettate e non meno di 11 mila morirono, pur sussistendo il sospetto che il reale numero di morti sia da assestarsi fra il doppio e il triplo della cifra citata. 
Le misure di contenimento del contagio furono di difficile applicazione, come successivamente lo furono quelle di contenimento del panico. La rapidità della propagazione fu sorprendente e le catene di contagio praticamente impossibili da rintracciare in una zona forestale, priva di sistemi sanitari in grado di intercettare precocemente il virus e poi di contenerlo, nella quale le persone vivono di spostamenti e dove la frontiera con gli stati limitrofi non rappresenta una barriera.
L’epicentro del contagio fu la regione forestale della Guinea, poi – da marzo 2014 – si spostò in Liberia. La diffusione del contagio si protrasse per oltre un anno e mezzo. Nel dicembre 2015 la Guinea, prima ad entrare nell’epidemia, fu l’ultima a uscirne ufficialmente. Dopo che l’intera area ebbe pagato un prezzo carissimo, in termini di vittime: i morti in Liberia furono 4.806, in Sierra Leone 3.907, in Guinea 2.543. [f.m.]