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Il sorriso ritrovato di Jani   versione testuale
17 novembre 2020

Il signor Jani Pepa arriva sorridendo. È il padre di una delle famiglie colpite dal terremoto del novembre scorso nel villaggio di Kosova e Madhe, zona di Belsh, la cui casa è già in ricostruzione. Sembra che la tristezza sia magicamente scomparsa dai suoi occhi.
«Ero emigrato in Grecia, dove ho lavorato lì per 10 anni per costruirla – aveva detto durante le visite di verifica degli operatori della Caritas dell’Albania del Sud –, il terremoto in pochi secondi me l’ha distrutta». Il trauma lo aveva spinto in uno stato grave di depressione, ora alleviato grazie all'intervento della Caritas. I suoi occhi brillano, gli operatori Caritas devono preoccuparsi per una famiglia in meno.
Sono state 36 le famiglie gravemente colpite dal terremoto, le cui abitazioni hanno subito danni totali, nella zona di Belsh; tante altre hanno dovuto accusare danni parziali. Il problema purtroppo è che queste famiglie non possono beneficiare dell’aiuto del governo, in quanto la zona è stata esclusa dall’area dell’emergenza.
A quel punto, è bastata una telefonata e la vicinanza della Caritas è diventata stabile nel territorio. Subito dopo la valutazione sul campo, si è deciso di stare vicini alle famiglie di Belsh. Nella prima fase il supporto si è concretizzato nella fornitura di coperte, pacchi viveri, materiale per l’igiene. Sicuramente un piccolo aiuto per far fronte a un momento terribile, ma proprio in quei primi incontri si è via via instaurato un più stretto rapporto di fiducia e amicizia con i membri delle famiglie. «Non ce l’avrei mai fatta, non lo dimenticheremo mai...», afferma Ylli Muca, un altro dei beneficiari di una nuova casa.
La Caritas dell’Albania è riconoscente a quanti l’hanno aiutata e sostenuto i suoi progetti, e non perde la speranza che altri accolgano l’appello delle ulteriori famiglie di Belsh che sperano in un intervento per realizzare il sogno di «lasciare la tenda per una casa di mattoni», come non smette di ripetere, con gentilezza a ogni visita, la signora Etleva Toromani.