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Comunicato stampa del 20 dicembre 2006   versione testuale
L'impegno Caritas a due anni dal maremoto Oceano Indiano

Il 26 dicembre del 2004 lo tsunami colpì 8 paesi affacciati sull'Oceano Indiano: Indonesia, Sri Lanka, India, Tailandia, Myanmar, Maldive, Somalia e Kenya. La Caritas si attivò prontamente ed è ancora accanto alle popolazioni colpite.

Dopo due anni le ferite dello tsunami sono ancora visibili, ma sono anche comparsi piccoli segni di futuro e di ripresa. Una catastrofe globale che ha suscitato una solidarietà globale.

Caritas Italiana si è subito attivata in collegamento con le realtà locali e la rete internazionale, che è riuscita a raggiungere 700.000 persone con aiuti d'urgenza, ha allestito 11.500 alloggi temporanei, ha ricostruito quasi 19.000 abitazioni ed altre 12.000 sono in fase di ultimazione, ha consegnato oltre 6.000 imbarcazioni ai pescatori. Imponente anche l'intervento in favore delle fasce più deboli - con aiuti a 55.000 bambini, anziani e disabili e assistenza psicologica a più di 26.000 persone – e l'attività di formazione per 15.000 giovani a livello professionale e per 36.000 animatori di comunità.

In questo quadro di interventi si è inserito l’impegno diretto di Caritas Italiana che, grazie ai quasi 32 milioni di euro raccolti (31.853.500) dagli oltre 47.000 donatori e ai 10 operatori presenti sul posto, ha potuto avviare progetti in tutti gli 8 Paesi colpiti.
Lo stile è quello di sempre, con quattro criteri di fondo:

  • un impegno di lungo periodo, oltre le esigenze immediate dell'emergenza;
  • il partire dagli ultimi, ossia da chi è rimasto ai margini degli aiuti e dei riflettori internazionali;
  • il mettersi alla scuola dei poveri per maturare relazioni di prossimità, di reciprocità e di speranza;
  • un'azione di accompagnamento alle Chiese sorelle e alle Caritas diocesane.

Per il 2007 Caritas Italiana è pronta a una nuova sfida: concludere i programmi di ricostruzione e rafforzare i programmi di sviluppo, per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, con l'impegno a evitare il ripetersi di catastrofi di tali dimensioni, tramite programmi di prevenzione e gestione dei disastri naturali. L'obiettivo è innescare un processo virtuoso, che coniughi emergenza, riabilitazione e sviluppo.

Tutto questo senza dimenticare le altre tragedie, prima tra tutte quella mai superata - ricordata dal Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2007 – dello sviluppo diseguale che in molte aree del mondo limita l'accesso "a beni essenziali, come il cibo, l'acqua, la casa, la salute". Insieme alla violazione degli altri diritti umani fondamentali costituisce una grave minaccia alla pace e un terreno di impegno prioritario.