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All'improvviso esplode la violenza: ma è sempre scontro tra religioni'   versione testuale


Nelle regioni del sud, al confine con la Malesia, le uniche abitate in prevalenza da musulmani nella nazione a maggioranza buddista, le tensioni tra le due comunità è altissima ormai da tempo. Dall’inizio dell’anno, nelle tre province di Pattani, Yala e Narathiwat, dove dagli anni ’70 sono attivi gruppi di separatisti islamici, è ripresa la violenza soprattutto contro bersagli istituzionali: agenti di polizia, amministratori pubblici e scuole pubbliche; ma sono morti anche tre monaci buddisti, un tipo di omicidio mai verificatosi nei decenni precedenti.

In oltre quattro mesi sono state uccise circa 170 persone; di queste, 107 erano giovani che il 28 aprile scorso hanno attaccato, quasi tutti armati solo di machete e coltelli, una decina di postazioni della polizia. In quella drammatica giornata, l’episodio più grave è stato il raid condotto dalle forze dell’ordine all’interno della moschea di Krue Sae, nei pressi di Pattani, dove sono morti 32 giovani assalitori, che si erano lì arroccati dopo avere tentato di prendere un vicino commissariato.

In seguito a quell’episodio, è esploso l’odio interreligioso: la rappresaglia dei mussulmani è stata immediata e violenta, con tre ordigni esplosi, a un’ora di distanza uno dall’altro, all’entrata di tre templi buddisti in zone diverse della provincia di Narathiwat, primo atto di violenza contro luoghi sacri buddisti. La stampa tailandese sottolinea che, a differenza dei precedenti attentati, quelli del 28 aprile sono stati attacchi suicidi condotti da giovani islamici incensurati, il che fa pensare ad azioni spinte dall’odio contro un’altra religione.

Il rischio di ricondurre, ancora una volta, a motivi religiosi degli scontri interni che si originano da altre situazioni, è stato duramente condannato dalle comunità islamica e buddista. I leader musulmani del sud hanno duramente condannato questa degenerazione della violenza escludendo che si possa chiamare guerra santa e definendo i giovani coinvolti “reietti religiosi” manipolati da qualcuno. Il vice-primo ministro della Thailandia, Chavalit Yongchaiyudh, ha invitato i buddisti a non rispondere con azioni contro i musulmani agli attacchi ai tre templi buddisti, sottolineando che l’obiettivo degli autori degli attentati era di sobillare l’odio etnico e religioso, per destabilizzare la regione ed ottenere l’indipendenza.