7 Aprile 2025

Visita dal Burkina Faso. “Collaborazione fraterna tra organizzazioni sorelle”

Il segretario generale di Caritas Burkina Faso a confronto con Caritas Italiana e i servizi CEI

“Prima di tutto vorrei ringraziare Caritas Italiana per la collaborazione fraterna che esiste tra le nostre due organizzazioni da diversi decenni”. A dirlo è don Constantin Sere, Segretario generale della Caritas del Burkina Faso – l’OCADES, sigla che sta per “organizzazione cattolica per lo sviluppo e la solidarietà” – in visita in questi giorni in Italia e ospite di Caritas Italiana per fare insieme il punto sui progetti comuni.

Dal 2019 il Burkina Faso si trova in una situazione man mano più critica per la presenza di gruppi terroristici che insidiano le comunità di frontiera e hanno creato un clima di incertezza tale da provocare milioni di sfollati interni. “Da allora ogni anno abbiamo dovuto lanciare un appello d’emergenza per venire in aiuto delle persone vulnerabili, soprattutto di coloro che sono fuggiti dai loro villaggi. E ogni anno Caritas Italiana ha fatto la sua parte”, dice don Sere. Con Caritas Italiana, abbiamo sviluppato anche una formula per lavorare insieme al servizio delle comunità, a livello di base, attraverso i microprogetti (15 ogni anno), che permettono  di migliorare le condizioni di vita delle persone con progetti piccoli e di facile gestione.

Si tratta di una collaborazione fraterna, basata sul fatto che siamo organizzazioni sorelle.

  • Leggi l’intervista a don Constantin Sere. QUI

  • Guarda il video dell’intervista (in francese):

Malgrado le difficoltà legate anche ai tagli agli aiuti internazionali operati dall’amministrazione Trump don Constantin non si perde d’animo. Cercare alleanze è il motivo del suo viaggio in Europa che lo ha visto passare da Bruxelles a Ginevra e che, concluse le visite alla Chiesa Italiana, lo porterà nei prossimi giorni a Madrid, prima del rientro in patria.

“Vi ringrazio ancora per la vostra sollecitudine”, conclude. “Che Dio conceda che la pace possa presto tornare in Burkina Faso”.

 

Aggiornato il 8 Aprile 2025