
Nella giornata di lunedì 22 settembre, centinaia di migliaia di persone in almeno 75 città italiane hanno voluto mostrare al meglio delle proprie possibilità la propria solidarietà nei confronti della popolazione palestinese.
Nello stesso giorno, a Gaza, Caritas Gerusalemme è stata costretta a prendere la difficile decisione di sospendere le operazioni in cinque dei dieci punti medici ancora presenti nella Striscia, incluso il centro medico principale nel campo profughi di Al-Shatei a Gaza City. “Le forze israeliane hanno intensificato le operazioni militari nel Nord di Gaza la scorsa settimana, mettendo in grave pericolo il nostro personale”, si legge in una nota ufficiale di Caritas Gerusalemme. “Per la loro sicurezza, abbiamo sospeso le operazioni”.
La nota continua:
“Tutte le strutture operative del Nord sono dunque chiuse fino a nuovo avviso. I gruppi Caritas rimangono attivi nel Sud della Striscia, dove si stanno radunando le famiglie di sfollati (oltre seicentomila persone), e dove continua l’assistenza sanitaria di emergenza e salvavita nei cinque punti medici rimasti aperti”.
Il supporto sanitario si accompagna con il supporto psicosociale destinato soprattutto ai bambini e alle loro mamme e, ove possibile, alla distribuzione di generi di prima necessità.
“Dobbiamo eseguire ogni giorno il conteggio del personale, sono tutti in movimento”, aggiunge in una nota Anton Asfar, il segretario generale di Caritas Gerusalemme. “Purtroppo, la situazione si sta deteriorando, la pressione per un cessate il fuoco deve essere massima”.
“Nelle settimane in cui nel nostro Paese le scuole riaprono i battenti”, dice Danilo Feliciangeli, responsabile del Medio Oriente per Caritas Italiana, “mentre quelle a Gaza sono state chiuse forse per sempre; mentre pensiamo ai pasti delle nostre famiglie, mentre i genitori a Gaza non sanno se avranno di che sfamare i propri figli o sé stessi; è proprio in questo momento che centinaia di migliaia di ragazzi e adulti si raccolgono e, in maniera per lo più pacifica, scendono in piazza per dirsi che proseguire con l’ordinario non è più possibile, che l’umano non può essere disumanizzato, che si deve fare di tutto per porre fine a questa follia, nella consapevolezza che l’unica complicità sarà quella necessaria a ricomporre le anime ed i corpi devastati, una volta che le armi avranno smesso di scintillare”.
Caritas Italiana ribadisce il proprio supporto all’appello lanciato da Caritas Internationalis in cui si chiede:
- Un cessate il fuoco immediato e permanente.
- L’accesso umanitario illimitato per porre fine alla fame e fornire assistenza.
- Il rilascio di tutti gli ostaggi e delle persone detenute in maniera arbitraria.
- Il dispiegamento di una forza di pace delle Nazioni Unite per proteggere i civili.
- La protezione di tutti i civili, in particolare bambini, donne e anziani.
- Il riconoscimento della responsabilità di tutti i responsabili e complici dinanzi ai tribunali nazionali e internazionali.
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È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Terra Santa” tramite:
- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 111
- Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474
- Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013
- UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119
Aggiornato il 24 Settembre 2025