11 Luglio 2025

Giustizia minorile. Fermare la deriva, promuovere la persona

 “Torni la cultura educativa”. Appello delle organizzazioni. Aderisce Caritas Italiana

La giustizia minorile italiana sta vivendo una fase di regressione drammatica. Lo affermano le organizzazioni firmatarie di un “appello urgente” promosso da Antigone, Defence for Children Italia e Libera, con l’adesione di Caritas Italiana.

“Un sistema un tempo all’avanguardia in Europa sta oggi rinnegando i suoi stessi principi fondativi, virando verso una logica esclusivamente punitiva e abbandonando il suo approccio educativo”. Le organizzazioni chiedono di “fermare la deriva repressiva e riaffermare il ruolo della giustizia minorile come spazio di accompagnamento, reinserimento e tutela”.

Alcuni passi del documento:

“Molti volontari che operano all’interno delle carceri minorili si sono visti restringere spazi di azione nel portare avanti attività ricreative e culturali con i ragazzi. Il nuovo reato di rivolta penitenziaria rischia adesso di seppellire i giovani detenuti sotto cumuli di anni aggiuntivi di carcere”.

“Negli anni passati, la forza del sistema italiano della giustizia minorile era quella di sapersi adattare alle necessità di ogni singolo giovane coinvolto nel proprio circuito. Oggi, nonostante la grande professionalità di operatori straordinari, il sistema è immobile e pretende che il ragazzo si adatti ad esso. Chi non ci riesce è tagliato fuori”.

“Consci che, come papa Francesco affermò nel suo discorso alla delegazione internazionale dei penalisti tenuto nell’ottobre 2014, gli Stati devono astenersi dal castigare penalmente i bambini i quali ‘invece devono essere i destinatari di tutti i privilegi che lo Stato è in grado di offrire, tanto per quanto riguarda politiche di inclusione quanto per pratiche orientate a far crescere in loro il rispetto per la vita e per i diritti degli altri’, chiediamo di ripensare le politiche penali rivolte ai più giovani, tornando ad abbracciare quel progetto educativo che si faceva carico di ogni singola storia di vita e che caratterizzava la giustizia minorile in Italia”.

Le richieste contenute nell’Appello:

  • L’abolizione del Decreto Caivano
  • l’assunzione di educatori e assistenti sociali adeguatamente formati anche in relazione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e alle loro specifiche vulnerabilità
  • la formazione adeguata, costante e verificata della polizia penitenziaria basata sui principi e le norme relative ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
  • la realizzazione di una valutazione individuale per ogni minorenne che entra in Ipm e di un piano educativo integrato che renda efficace il percorso rieducativo
  • la presenza costante in Ipm di competenze e risorse per la mediazione culturale
  • la chiusura immediata della sezione Ipm nel carcere per adulti di Bologna
  • la costituzione di sezioni a custodia attenuata, come previsto dal D. Lgs. n. 121/2018
  • l’effettiva possibilità di far usufruire i giovani in Ipm delle visite prolungate previste dal D. Lgs. n. 121/2018
  • l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 10/2024 sull’affettività in carcere
  • l’abolizione della sanzione disciplinare dell’isolamento penitenziario, come previsto dalla Regola 45 delle Mandela Rules delle Nazioni Unite
  • il raccordo degli Ipm con le scuole e i servizi del territorio anche prevedendo la frequentazione di scuole esterne da parte dei ragazzi
  • il maggiore impegno da parte delle Regioni nell’offerta di formazione professionale per i ragazzi nel circuito penale
  • il potenziamento del sostegno alle comunità che ospitano ragazzi del circuito penale, garantendo reale integrazione socio-sanitaria
  • il monitoraggio della salute psico-fisica e adeguata presa in carico per garantire sempre il superiore interesse delle persone minorenni
  • il supporto e il rinforzo di meccanismi per il monitoraggio indipendente di tutti i luoghi di detenzione dove sono presenti persone minorenni

Il testo integrale dell’appello.

Aggiornato il 11 Luglio 2025