
La crisi afghana esplosa con la presa di Kabul da parte dei talebani nell’agosto 2021 ha provocato un esodo di massa, soprattutto di donne, attivisti, intellettuali e in generale persone minacciate per la loro attività. Iran e Pakistan si erano dimostrati inizialmente accoglienti, ma successivamente hanno limitato l’ingresso ai rifugiati, arrivando anche a rimpatri forzati.
In questo contesto di emergenza umanitaria, Caritas Italiana ha avviato iniziative che hanno portato all’attivazione di Corridoi umanitari dal Pakistan e dalla Turchia, in collaborazione con la fondazione Pangea. Le persone accolte, spesso in situazione di estrema vulnerabilità, venivano selezionate attraverso colloqui nella “casa di fuga” di Islamabad, dove sono emerse storie drammatiche di persecuzione, soprattutto contro donne, minoranze etniche e convertiti al cristianesimo.
Durante una di queste interviste, un uomo hazara, Aziz, si è distinto per aver voluto iniziare il colloquio non con il racconto della fuga, ma con la presentazione del proprio curriculum da ingegnere idraulico. Questa scelta ha spinto Caritas Italiana a dare forma a un progetto specifico, quello dei Corridoi lavorativi. Diversamente dai Corridoi umanitari, essi si rivolgono a persone rifugiate con competenze professionali spendibili in Italia, cosa che permette, tra l’altro, una più rapida integrazione sociale e lavorativa.
Il processo prevede la selezione dei candidati, la verifica delle competenze, l’abbinamento con aziende italiane disponibili a collaborare e la formazione linguistica online prima dell’arrivo in Italia e l’accompagnamento da parte delle Caritas diocesane e delle rispettive comunità. Il primo a beneficiare del programma è stato proprio Aziz, inserito in un’azienda toscana. Dopo di lui, altri profughi con diverse qualifiche — tra cui informatici, sarte e dentisti — hanno potuto iniziare una nuova vita lavorativa in Italia grazie a questo modello, oggi riconosciuto anche dall’Unione Europea.
Un’esperienza positiva che fa crescere in umanità chi viene accolto e la comunità che accoglie.
Nel video la storia di Hamed, con Caritas Firenze:
Aggiornato il 1 Maggio 2025