
Il volontariato è innanzitutto una pratica di solidarietà ma, per chi ne fa esperienza, è anche un luogo di formazione, crescita personale e apprendimento costante. I volontari percepiscono di essere agenti di cambiamento e ritengono che la loro attività abbia un impatto rilevante sia sulla realtà circostante che su se stessi.
Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’indagine “NOI+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato”, promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Roma Tre, che illustrata e discussa lunedì 28 aprile presso l’Aula Volpi dell’Università di Roma Tre.
La diretta:
Lo studio, che ha coinvolto oltre novemila volontari in tutta Italia, si concentra sull’impatto formativo del volontariato, mettendo in luce come l’impegno solidale favorisca lo sviluppo delle cosiddette “soft skills”, come le competenze personali, sociali e civiche: oltre il 50% degli intervistati le mette in campo sempre o spesso durante la propria attività volontaria.
“NOI+” indaga, inoltre, le motivazioni che spingono a praticare il volontariato, prima tra tutte la volontà di contribuire alla comunità. I due terzi dei rispondenti dichiara che il volontariato ha trasformato profondamente il proprio modo di pensare.
La ricerca NOI+ è stata presentata dai curatori Paolo di Rienzo e Giovanni Serra dell’Università Roma Tre, con un intervento della ricercatrice Sabrina Stoppiello dell’ISTAT.
Segue la sessione dedicata all’approfondimento di alcune delle competenze chiave per il volontariato, con interventi di Franco Lorenzoni (maestro e scrittore), Donatella Turri (Caritas Italiana) e Maruan Oussaifi (Vicepresidente ANOLF).
Donatella Turri:
“Dalla ricerca emerge un’esigenza di ridefinire la comunità. Una comunità porosa, che tende alla piena partecipazione di tutti. I volontari scelgono una narrazione diversa della comunità che osservano con un nuovo sguardo. quando i volontari raccontano le storie delle persone, danno voce, fanno advocacy si dà una nuova lettura delle dinamiche di comunità. È la visione economica del dono, un’economia di tipo relazionale. È questo cha fa la comunità: ciò che ci obbliga reciprocamente. una comunità più fragile, ma molto più coesa”.
Infine, una riflessione sulle prospettive per il Paese con la partecipazione, tra gli altri, del Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, di Francesca Faggioni dell’Università Roma Tre, della portavoce del Forum Terzo Settore Vanessa Pallucchi, del direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello.
Don Marco Pagniello:
“Le competenze dei volontari coniugate con le loro motivazioni sono la forza del volontariato stesso e una risorsa importante per tutta la società. I volontari non solo sono spesso capaci di operare bene, ma sono anche consapevoli di ciò che può far crescere la società in umanità e nella prospettiva del bene comune. Dare piena attuazione alle normative che promuovono lo sviluppo del servizio volontario va a beneficio di tutti, a cominciare dalle pubbliche istituzioni più vicine ai cittadini. Dalla ricerca emerge come i volontari siano animati dal desiderio di fare qualcosa per la propria comunità. Di fronte all’individualismo che ci circonda, un dato assai confortante. Essi, i volontari e le volontarie, sono anche consapevoli di dare con il loro impegno un contributo efficace al cambiamento in meglio della società nel suo complesso. Un cambiamento che parte dalla loro stessa crescita personale. Anche questo ci parla del volontariato – e dei volontari – come una delle risorse più preziose del nostro paese”.
Vanessa Pallucchi:
“Queste competenze trasversali sono sempre più fondamentali nei luoghi di lavoro, nelle relazioni interpersonali e di comunità e per la costruzione di cittadinanza attiva. Il loro riconoscimento è al centro di una sfida per la crescita del capitale umano e sociale. Il Terzo settore è stato pioniere di questo percorso nell’ambito del Servizio civile universale ma è tempo di compiere ulteriori passi in avanti, seguendo la strada indicata anche dall’Unione europea. Occorre dunque realizzare quanto già disposto dal Codice del Terzo Settore sul riconoscimento delle competenze dei volontari, dando seguito al decreto del 2024 sull’individuazione, validazione e certificazione delle competenze. L’obiettivo è un sistema strutturato, omogeneo su tutto il territorio nazionale, che valorizzi nel concreto quanto acquisito dai volontari nella loro esperienza, facendo leva sul ruolo chiave degli Enti di Terzo Settore. Questo rafforzerà la cultura del volontariato nel nostro Paese, soprattutto tra i più giovani, e favorirà l’apprendimento delle persone rispondendo ai loro bisogni di crescita personale e professionale”.
A moderare l’evento Luca Liverani, giornalista di Avvenire.
A margine del convegno don Marco Pagniello e Vanessa Pallucchi dicono all’agenzia SIR della fiducia di papa Francesco nel volontariato.
Don Marco:
“Era profondamente convinto della forza e dell’importanza dei volontari e del mondo del volontariato in Italia come peculiarità operata nel nostro Paese e anche del nostro essere Chiesa in Italia”.
Aggiornato il 28 Aprile 2025