
A sud di Lampedusa, lo scorso mercoledì, tra onde e correnti, si sono spenti il respiro di una neonata, i sogni di adolescenti, la speranza di donne e uomini partiti con il cuore colmo di attese e paura. Ancora una volta, il Mediterraneo custodirà per sempre nomi e storie che forse non conosceremo mai.
Oggi, celebriamo la solennità di Maria assunta in cielo. Contempliamo la Madre – che conosce il peso delle distanze e l’angoscia di chi, vulnerabile, si mette in viaggio – approdare al porto della vita piena.
E mentre la sua immagine è quella di braccia aperte, di rifugio per chi è stremato, le nostre cronache raccontano di porti chiusi, ostili e irraggiungibili.
Non possiamo abituarci a un mare che divora umanità, a corpi che affiorano senza vita, a nomi che non conosceremo mai.
Spezziamo la catena mortale dei trafficanti e degli scafisti. Arrestiamo il mercato della vita umana, ma intanto facciamo tutto il possibile per salvare ogni persona in pericolo.
Maria, pellegrina di speranza, insegnaci a essere porti aperti, capaci di proteggere, accogliere, integrare, promuovere.
E a noi, Chiesa e comunità, ricorda che il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza.
Restiamo dunque vigili, con gli occhi e il cuore spalancati, perché insieme alle imbarcazioni di fortuna non sia l’umanità intera a naufragare.
Don Marco Pagniello
Aggiornato il 17 Agosto 2025