30 Ottobre 2025

Uragano Melissa: Caritas al fianco delle comunità colpite nei Caraibi

L’Uragano Melissa ha colpito Cuba, le Bahamas, Haiti e la Giamaica, con venti fino a 195 km/h, forti piogge e mareggiate violente. La tempesta, poi intensificatasi fino a categoria 5, ha lasciato dietro di sé un’ondata di distruzione in gran parte dei Caraibi, causando inondazioni, frane e gravi danni a infrastrutture, abitazioni e servizi essenziali.

Haiti tra i paesi più colpiti 

Ad Haiti, il Paese maggiormente colpito insieme alla Giamaica, la tempesta tropicale continua a provocare piogge intense e forti venti, causando gravi danni e un numero crescente di vittime, soprattutto a seguito dell’esondazione del fiume Digue. Sono ancora in corso operazioni di ricerca e soccorso per le persone disperse. Secondo Caritas, i settori maggiormente colpiti sono le abitazioni (molte danneggiate o distrutte), l’agricoltura (con pesanti perdite di raccolti e bestiame) e le infrastrutture pubbliche (strade, sistemi idrici e servizi di approvvigionamento di acqua potabile). I bisogni più urgenti riguardano cibo, acqua potabile e articoli per l’igiene, soprattutto nei centri di accoglienza per sfollati. Le priorità d’intervento includono: assistenza alimentare immediata nei rifugi, accesso ad acqua sicura e kit igienici, ripristino delle abitazioni e delle infrastrutture essenziali, sostegno ai mezzi di sussistenza agricoli e di pesca, rafforzamento delle operazioni di ricerca, soccorso e valutazione rapida.

A Cuba, danni gravissimi nelle province orientali

L’uragano Melissa ha colpito duramente la regione orientale di Cuba, in particolare le province di Granma, Santiago de Cuba, Guantánamo e Holguín. Con venti fino a 295 km/h e un raggio di oltre 150 km, ha provocato ingenti danni strutturali, crolli, alberi e linee elettriche abbattute. Oltre 700.000 persone sono state evacuate, mentre il Sistema di Difesa Civile ha attivato l’allerta anticipata per garantire la sicurezza nelle aree più vulnerabili. Risulta difficile ancora avere dati esatti sull’entità dei danni, visti le difficoltà operative delle diocesi colpite.

Riferisce il Presidente della Conferenza Episcopale Cubana, Mons. Arturo González, sottolineando che le diocesi più colpite si trovano nella parte orientale dell’isola, già storicamente più povere e isolate:

“La situazione è catastrofica. Mancano alimenti, medicinali, acqua potabile e materiali per la ricostruzione delle numerose abitazioni distrutte. A peggiorare ulteriormente la situazione vi è un’epidemia in corso di arbovirosi, che ha colpito gran parte del personale volontario delle Caritas e che rischia di aggravarsi ulteriormente a causa delle forti piogge”

 

Blackout e difficoltà nei soccorsi in Giamaica

In Giamaica si stimano oltre 1,5 milioni di persone colpite, con 500.000 senza elettricità e più di 2.300 persone ospitate nei rifugi di emergenza. Strade interrotte, linee elettriche abbattute e frane rendono difficili le operazioni di soccorso. Ospedali, scuole e infrastrutture pubbliche hanno subito danni ingenti; almeno quattro grandi ospedali risultano gravemente compromessi. Caritas Antilles ha attivato la propria Squadra di Risposta d’Emergenza (CAERT) in particolare nelle diocesi di Montego Bay, Mandeville e Kingstone e sta organizzando la distribuzione di beni alimentari, acqua potabile, kit igienici, coperte, materassi e teloni, lampade solari e utensili da lavoro, materiali per piccole riparazioni domestiche.

 

Aggiornato il 31 Ottobre 2025