9 Settembre 2025

Afghanistan. Dopo il sisma, i bisogni più urgenti

La rete Caritas vicina a una popolazione tra le più dimenticate

Il 31 agosto a notte fonda, mentre la popolazione era in casa e dormiva, un potente terremoto di intensità 6.0 ha colpito la regione sudorientale dell’Afghanistan vicino al confine con il Pakistan. Dopo la scossa iniziale, la più forte, potente, e devastante; tre significative scosse di assestamento – la prima nella tarda serata del 2 settembre (magnitudo 5,3) e altri due nel giro di poche ore nella tarda serata del 4 settembre (magnitudo 5,6 e 5,2) – hanno colpito gli stessi distretti già gravemente danneggiati dal terremoto iniziale nella vicina provincia di Kunar. Le scosse di assestamento hanno causato ulteriori vittime e ulteriori distruzioni di rifugi e strade.

Nel complesso, le autorità segnalano 2.205 persone uccise, altre 3.640 ferite, 6.700 case distrutte e 84.000 persone colpite direttamente.

Le autorità locali si sono attivate rapidamente con squadre di soccorso ed elicotteri ma la capacità di risposta risulta non sufficiente rispetto all’entità dei bisogni. Al momento le fasi di risposta all’emergenza si concentrano sul soccorso sulle macerie e sui ripari per le persone che hanno perso le abitazioni. Urgentissimi anche i bisogni sanitari e alimentari.

Le ONG locali e le poche internazionali ancora presenti in Afghanistan, coordinate dalle agenzie delle Nazioni Unite, collaborano al fine di garantire una copertura quanto possibile diffusa, efficace ed equa.

La fase iniziale del post-emergenza così come la complessità orografica e politica del Paese contribuiscono a una generale incertezza e volatilità della situazione.

Ci sono ancora famiglie intere intrappolate sotto le macerie o nei villaggi distrutti ed isolati a causa di frane e della distruzione delle vie di accesso.

Particolarmente vulnerabili anche in questo caso le donne: mancano infatti operatrici sanitarie che, per la legge del Paese, possano portare soccorso e cura alle donne ferite e restano precarie le condizioni di sicurezza per le vittime di sesso femminile negli accampamenti di fortuna. I bambini, gli anziani, e le persone con disabilità anche necessitano un’attenzione particolare da parte delle organizzazioni prestatrici di soccorso.

Mentre il governo dell’Afghanistan ha chiesto l’intervento delle organizzazioni umanitarie internazionali, Caritas italiana, attraverso i propri partner locali, e unitamente alla rete di Caritas Internationalis segue l’evolversi della situazione ed è in contatto con i propri partners.

Gli interventi della rete Caritas

La rete Caritas in loco, particolarmente con la presenza di Cafod (Caritas Inghilterra e Galles), CRS (Stati Uniti) e Caritas Germania, ha attivato una prima risposta ai bisogni quali: sostegno economico e psicosociale, in particolare alle donne e ai bambini, distribuzione di articoli non alimentari (NFI), tra cui coperte, set da cucina e kit igienici, fornitura di alloggi temporanei – in particolare tende per le famiglie sfollate –, fornitura di generi alimentari o denaro contante per l’acquisto di generi alimentari, supporto per la costruzione di ripari di fortuna, supporto sanitario essenziale.

Caritas Italiana rimane in contatto costante con la rete Caritas e i partner consolidati in loco, esprime vicinanza ad una popolazione per lo più dimenticata, che vive già in condizioni di estrema fragilità, e che risulta essere nuovamente martoriata da una calamità naturale che lascerà ferite profonde e a lungo. “Ci rendiamo disponibili a mostrare con gesti concreti la nostra vicinanza, anche contando, come sempre, sulla generosità delle comunità che desiderano camminare al fianco di chi fatica a costruire un futuro che abbia il sapore della dignità umana”.

Aggiornato il 9 Settembre 2025