3 Novembre 2025

“È la più grave crisi umanitaria al mondo. Serve un intervento urgente della comunità internazionale”

Sudan, l’umanità sotto assedio. Dopo El-Fasher, la tragedia del silenzio

Dopo 18 mesi di assedio, la caduta di El-Fasher segna un nuovo capitolo di orrore in Sudan: migliaia di civili uccisi, città distrutte, fame e violenze di massa. Caritas Italiana rilancia l’appello del Papa e delle Nazioni Unite: fermare subito la guerra e aprire corridoi umanitari.

Le notizie della guerra in Sudan sono sempre più terribili dopo la caduta di El- Fasher, capitale del Darfur settentrionale, nelle mani dei miliziani delle Forze di Supporto Rapido (RSF). Dopo 18 mesi di assedio che hanno provocato migliaia di morti, carestia e sofferenze indicibili alla popolazione civile, i miliziani sono entrati in città accanendosi ulteriormente sulla popolazione. Le immagini satellitari e le testimonianze di chi è riuscito a fuggire riportano notizie terrificanti di violenze ed esecuzioni di massa. Almeno 2000 persone sono state uccise in meno di 24 ore tra cui centinaia tra pazienti e personale dell’ospedale saudita di maternità. Decine di migliaia di persone sono ancora intrappolate in città e nelle aree circostanti. Crimini di guerra e atti genocidari già visti in modo diffuso in questa guerra e nei prima anni 2000 nel Darfur. È necessario un intervento urgente della comunità internazionale per fermare queste atrocità e la catastrofe umanitaria che da più di due anni prosegue in Sudan, oggi la più grave al mondo. Almeno 150.000 i morti, oltre 30 milioni le persone che necessitano di aiuto, più di 13 milioni gli sfollati fuggiti dalla guerra, 24 milioni coloro che gravi condizioni di insicurezza alimentare, il 90% dei bambini non ha accesso all’istruzione, 2 sudanesi su 3 non ha accesso ai servizi sanitari.

L’appello di Papa Leone XIV

Papa Leone all’Angelus del 2 novembre ha lanciato un nuovo appello alle parti belligeranti e alla comunità internazionale:

“Preghiamo affinché il Signore accolga i defunti, sostenga i sofferenti e tocchi i cuori dei responsabili. Rinnovo un accorato appello alle parti coinvolte per un cessate-il-fuoco e l’apertura urgente di corridoi umanitari. Invito, infine, la comunità internazionale a intervenire con decisione e generosità, per offrire assistenza e sostenere quanti si prodigano nel portare soccorso”.

Un appello che fa eco al discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore dei Soccorsi di Emergenza il 30 ottobre scorso, che riportiamo integralmente qui tradotto in italiano, in cui ha denunciato l’”apatia” della comunità internazionale dinnanzi alla gravità della situazione implorando un’azione urgente: “Siamo in grado di agire con vigore, coraggio, onestà e determinazione collettiva? È davvero troppo difficile per noi? Se no, dov’è finita la nostra diplomazia? Dove sono i nostri valori? Dov’è la nostra Carta? E dov’è la nostra coscienza?”.

L’impegno di Caritas Italiana in Sudan

Caritas Italiana si unisce a questi appelli chiedendo che il governo italiano utilizzi tutti i canali e i mezzi a sua disposizione per sollecitare:

  • un immediato cessate il fuoco o quanto meno una tregua umanitaria per consentire l’apertura di corridoi umanitari a El-Fasher e nelle altre aree di conflitto
  • l’interruzione di ogni fornitura di armi e sostegno alle parti belligeranti che alimenta il conflitto
  • la protezione dei civili anche con il dispiegamento di una forza di polizia internazionale dell’ONU e la garanzia per chi vuole lasciare El-Fasher di poterlo fare in sicurezza
  • accesso sicuro e senza ostacoli all’assistenza umanitaria a El-Fasher, in tutto il Darfur, a Khartoum, nel Kordofan e in tutto il Sudan
  • l’aumento dei fondi per il Piano di Risposta Umanitaria delle Nazioni Unite del 2025 a oggi finanziato solo per il 26% di quanto richiesto, garantendo fondi flessibili che possano essere incanalati verso gli attori locali, le ONG locali e le organizzazioni religiose.
  • un impegno più deciso ed efficace per prevenire la disgregazione del Sudan e riattivare un processo di pace e di transizione democratica in mano ai civili sostenendo le realtà della società civile sudanese impegnate in questo.

Caritas Italiana, nonostante le molte difficoltà, prosegue il suo impegno a sostegno degli interventi umanitari dove è possibile portare aiuto alla popolazione sfollata in Sudan e ai profughi sudanesi e le comunità ospitanti in Egitto, Sud Sudan e Ciad. In particolare, oltre 16.000 persone si stanno sostenendo con aiuti in denaro per l’acquisto di beni essenziali e circa 50.000 persone hanno beneficiato di servizi per un maggiore accesso ad acqua e igiene in modo equo, sicuro e inclusivo.

Una volta ci siamo impegnati a salvare le generazioni future dal flagello della guerra, a riaffermare la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nella parità dei diritti tra uomini e donne e tra nazioni grandi e piccole, e a creare le condizioni per il mantenimento della giustizia e del diritto internazionale. Per favore, possiamo ora mettere quelle promesse sulla strada per El Fasher – come scuse, come rimprovero, come sfida e come promessa” (Tom Fletcher, Sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza)

Aggiornato il 3 Novembre 2025