Il passaggio del ciclone Ditwa ha riportato lo Sri Lanka in una situazione di grave emergenza umanitaria. Dal 23 novembre violenti nubifragi hanno colpito gran parte del Paese, con un’intensificazione tra il 25 e il 28 novembre che ha generato frane diffuse, esondazioni e ingenti danni alle infrastrutture. Secondo i dati diramati dalle autorità nazionali, il bilancio – provvisorio – è drammatico: 350 vittime, 370 dispersi e circa 1 milione le persone colpite dalle devastazioni.
Le aree più devastate sono le regioni montuose del centro – Badulla, Nuwara Eliya e Kandy – dove le frane hanno isolato interi villaggi e bloccato arterie viarie cruciali. Nelle province orientali e settentrionali, vaste zone pianeggianti risultano sommerse: i bacini fluviali di Trincomalee, Batticaloa, Mullaitivu e della penisola di Jaffna hanno superato i livelli di guardia, costringendo le autorità a evacuazioni d’urgenza. Le previsioni non lasciano presagire un rapido miglioramento: la depressione nel Golfo del Bengala, ora evoluta nel ciclone Ditwa, continua a portare piogge che in alcune aree superano i 200 mm al giorno, venti forti e mareggiate pericolose lungo le coste.
L’emergenza ha paralizzato il Paese. Strade e linee ferroviarie risultano interrotte da frane, detriti e allagamenti; molte zone restano irraggiungibili. Diffusi i blackout dovuti alla caduta di linee elettriche, mentre le comunicazioni risultano compromesse in diverse province. Migliaia di persone hanno trovato rifugio in centri di accoglienza temporanei, spesso sovraffollati e privi di servizi essenziali. Le perdite negli alloggi, nei campi agricoli e nelle piccole attività mettono a rischio la sicurezza alimentare di molte famiglie già vulnerabili.
Il quadro sanitario e sociale è altrettanto critico. L’allagamento di pozzi e fonti d’acqua potabile accresce il pericolo di malattie idrotrasmesse e di crisi igienico-sanitarie. Le scuole restano chiuse, mentre numerosi uffici pubblici funzionano a capacità ridotta. A farne maggiormente le spese sono i gruppi più fragili: anziani, bambini, persone con disabilità e famiglie guidate da donne, che spesso non dispongono di risorse o reti di supporto.
In questa fase complessa, Caritas Sri Lanka – SEDEC mantiene un presidio costante sul territorio. In coordinamento con il governo sta portando soccorso alle persone colpite, cercando di raggiungere i villaggi più lontani e isolati, procurando cibo e soccorsi a chi è rimasto bloccato nei centri comunitari, templi, chiese scuole e non può fare ritorno alle proprie case devastate e allagate. In un contesto che rimane estremamente dinamico, Caritas Italiana è sia vicina alle popolazioni dello Sri Lanka e in supporto alla Caritas del Paese aiuta a far sì che gli aiuti raggiungano le tante comunità colpite; sia rilancia l’attenzione internazionale: lo Sri Lanka affronta una crisi che potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, mentre piogge e venti restano intensi e i terreni già saturi aumentano il rischio di nuove frane e alluvioni.
Aggiornato il 1 Dicembre 2025



