
Una scuola è stata bombardata nella notte di mercoledì, a Sumy, nell’Ucraina nordorientale. Si tratta di una regione del Paese nella quale il sistema educativo è già in grande difficoltà, fra evacuazioni e chiusure forzate per i bombardamenti. Molti istituti sono chiusi da anni, dal momento che non possono garantire le misure di sicurezza necessarie in caso di allarme antiaereo. L’ultimo attacco, che segue una serie di episodi sempre più gravi e sempre più mirati a colpire infrastrutture civili, non fa che isolare ancora di più comunità che da tre anni vivono a poche decine di chilometri dalla linea del fuoco e che hanno visto scomparire attorno a loro la struttura della società civile e dei servizi statali.
In un contesto già difficile, la situazione di bambini, anziani e vulnerabili non fa che complicarsi, soprattutto con l’arrivo dell’inverno e le difficoltà di spostamento dovute alle gelate, alla neve e all’accorciarsi delle giornate.

Caritas Italiana, accompagnata da partner locali, supporta progetti di telemedicina e supporto psicologico in aree remote dell’Est del Paese, per far fronte a bisogni sempre più evidenti.
“La realtà in continuo mutamento”, scrive Francesco Fornaro, Caritas Italiana, da Kiev, “l’avanzare della linea del fronte e le evacuazioni che ne seguono pongono nuove sfide che speriamo di poter affrontare con il supporto di chi crede nel lavoro che facciamo così come ci crediamo noi che lo portiamo avanti di persona”.
-
Leggi di più: La luna di Kiev
***
- Caritas Italiana con e per l’Ucraina
- Caritas Italiana dopo tre anni di guerra
Aggiornato il 17 Settembre 2025