7 Giugno 2025

Partecipare informati. Verso i referendum di giugno

L’invito: andare alle urne, favorire l’acquisizione della cittadinanza, informarsi e informare

L’8 e 9 giugno i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari. Caritas Italiana e FOCSIV hanno voluto dare un primo contributo informativo con un webinar che si è tenuto il 20 maggio. L’informazione è il presupposto per la partecipazione e la partecipazione consapevole è la base di una reale democrazia.

“Verso i referendum. Per una partecipazione informata” il titolo dell’incontro, moderato da Massimo Pallottino (Caritas Italiana) e introdotto da Ivana Borsotto (presidente FOCSIV). Hanno parlato Vanessa Pallucchi (presidente Forum Terzo Settore), don Bruno Bignami (direttore Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro) e, con un saluto, don Marco Pagniello (direttore Caritas Italiana).

Perché questo webinar? “La prima ragione è tanto semplice quanto profonda”, ha detto Ivana Borsotto, “Amiamo la nostra Costituzione. Parlare di referendum significa parlare di una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica che riteniamo particolarmente preziosa”. “La seconda ragione: è stato per noi naturale pensare che fosse un dovere quello di creare un’occasione di informazione”.

Massimo Pallottino ha fornito le informazioni necessarie a valutare i singoli quesiti, facendo riferimento al Vademecum pubblicato dalla rivista Aggiornamenti sociali e riassunto in alcune diapositive di presentazione.

Da tutti gli interventi emerge l’invito a recarsi alle urne a compiere il proprio “dovere civico” del voto. Chiara anche la posizione a favore della riduzione dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana (quinto quesito). Emerge la complessità dei quesiti relativi al mondo del lavoro che richiedono maggiori approfondimenti e questioni di non immediata soluzione.

  • In questa pagina alcuni link per andare a fondo dei singoli temi.

Vanessa Pallucchi ha auspicato l’attivazione di un processo che faccia uscire i cittadini dalla passività. “Oggi quando si parla di crisi democratica si sottolinea proprio questo. Iniziamo come cittadini a rifrequentare la cosa pubblica a credere di nuovo nelle istituzioni e nelle opportunità”. Don Bruno Bignami ha sintetizzato il senso dell’approfondimento con le parole del presidente Sergio Mattarella:

“Battersi affinché non vi possano essere analfabeti di democrazia è una causa primaria, nobile, che ci riguarda tutti”.

Don Marco Pagniello: “Abbiamo un calo di partecipazione alla vita politica del paese. Un calo di partecipazione alla costruzione del bene comune. L’8 e 9 giugno abbiamo la possibilità di tornare a fare con forza la nostra parte. Anche di aiutare altri a fare la propria parte… aiutandoli ad approfondire e conoscere i quesiti referendari”.

Per approfondire

Da Avvenire:

Da ilPOST:

Da Eco:

Dal Corriere della sera:

Da SIR:

Da Famiglia Cristiana:

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Dal comunicato finale della riunione del Consiglio permanete CEI, 27 maggio

In merito ai referendum che si terranno nei giorni 8 e 9 giugno

La riflessione del cardinale Presidente è stata anche occasione per tornare sulle questioni del lavoro e della cittadinanza, al centro del prossimo Referendum, rispetto alle quali i Vescovi hanno invitato a un attento discernimento. Riguardo al tema della cittadinanza, nello specifico – pur limitandosi alla riduzione del numero di anni per ottenerla (da 10 a 5), mentre sarebbe utile una riforma complessiva della legge – i presuli hanno rinnovato la richiesta di una visione larga che eviti mortificazioni della dignità delle persone. Tutto ciò nel solco di quanto affermato, ormai da tempo e in diverse occasioni, dalla CEI, cercando di integrare nella pienezza dei loro diritti coloro che condividono i medesimi doveri e valori.

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Da Corriere Buone Notizie, 2 giugno 2025:

Oggi è la Festa della Repubblica, il giorno in cui, proprio attraverso un referendum, il popolo italiano ha sancito la fine della monarchia. In quel lontano 1946 vi fu la prima votazione a suffragio universale, alla quale parteciparono anche le donne.

Dopo 79 anni assistiamo oggi a un vuoto enorme che sembra separare la vita reale dalla politica e dalle istruzioni. Fa sempre più rumore il silenzio di chi non partecipa più, di chi si sente estraneo, distante, forse anche disilluso e rassegnato al «tanto non cambierà mai niente».

Eppure l’8 e il 9 giugno siamo chiamati ancora una volta a infrangere questo silenzio democratico. Saremo chiamati, infatti, a esprimerci su temi fondamentali, che toccano il cuore del nostro vivere comune.

È evidente che non si tratta solo di segnare con la matita una scheda, ma di un gesto che afferma la nostra volontà di esserci, di prenderci cura, di contribuire, nel segreto della cabina elettorale, alla costruzione di un Paese più giusto, più aperto e consapevole.

L’invito è a informarsi, anzitutto. Ma è necessario anche coinvolgere. In questi giorni che ci separano dal voto abbiamo l’opportunità – e la responsabilità – di parlare con gli altri, di stimolare domande, di accendere riflessioni. Di aiutare chi ci sta vicino a comprendere che partecipare è più che un diritto: è un atto d’amore per la cosa pubblica.

Riconosciamo infatti che le sfide che ci vengono poste ci riguardano da vicino, come cittadini che ogni giorno, nel concreto, accolgono, ascoltano, costruiscono relazioni. Come persone che credono che un’altra Italia sia davvero possibile.

Abbiamo la possibilità concreta di contribuire al cambiamento. Non sprechiamola. Non restiamo a guardare. Facciamo la nostra parte. E aiutiamo altri a fare la loro.

Don Marco Pagniello
Direttore Caritas italiana

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La voce dei giovani delle ACLI:

Aggiornato il 7 Giugno 2025