
Nei giorni scorsi, nelle notti del 5 e del 9 giugno, l’Ucraina ha subito due fra gli attacchi aerei più pesanti dall’inizio del conflitto. A detta delle forze armate della Federazione Russa si è trattato di una rappresaglia per gli effetti dell’operazione Spiderweb, orchestrata dai servizi segreti ucraini, che ha messo a terra molti dei bombardieri russi nei loro stessi aeroporti.
In due ondate, sono stati lanciati contro l’Ucraina qualcosa come 700 droni e 50 missili. Un drone costa circa 35mila euro, un missile un milione. Facendo un calcolo molto sommario, si parla di 75 milioni di euro; possiamo arrotondare a 100 con i costi di logistica. È una cifra ipotetica; si consideri tuttavia che il budget che la Cooperazione italiana ha allocato alle organizzazioni che lavorano in Ucraina per tutto il biennio 2025/2026 è di 21 milioni di euro. In due notti, la distruzione ha speso cinque volte di più rispetto a quello che la ricostruzione spenderà in due anni.
Caritas Italiana garantisce la sua presenza in Ucraina con quattro operatori espatriati. Collabora con le Caritas locali, cercando di intercettare i bisogni dei territori, con un’attenzione particolare alle frange più vulnerabili della popolazione. Gli attacchi aerei degli ultimi giorni sono solo uno degli aspetti del conflitto in corso, forse il meno cruento; in prima linea continuano a morire i militari di leva, e tutte le famiglie ne sentono l’eco dolorosa e costante.
I bisogni sono sempre più complessi e acuti ed è importante che l’attenzione internazionale non si distragga. “La narrazione dei dialoghi di pace e delle diplomazie”, dice Francesco Fornari, coordinatore dei progetti in Ucraina per Caritas Italiana, “non rende giustizia a una realtà di guerra combattuta in maniera asimmetrica, ai danni di una popolazione stremata da tre anni di conflitto”.
- Leggi il racconto di Francesco Fornari su ItaliaCaritas.it.
Aggiornato il 11 Giugno 2025