18 Aprile 2024

Dieci anni di Sabir. Per una nuova stagione dei diritti

La decima edizione del Festival Sabir si è aperta a Prato il 18 aprile con un minuto di silenzio, il pensiero alle vittime e agli sfollati del conflitto in Terra Santa (due nomi per tutti Viola e Issam di Caritas Gerusalemme) e si è concluso sabato 20 con la pubblicazione dell’appello Per una nuova stagione dei diritti, della solidarietà e dell’accoglienza in Europa.

Il 18 aprile ricorrevano due anniversari. Quello del naufragio, nel 2015, in cui persero la vita forse mille persone nel tentativo di raggiungere l’Europa. Quello, nel 1944 (80 anni fa), della fondazione, nella Roma occupata e in guerra, della Pontificia Commissione di Assistenza ai Profughi (successivamente PCA e infine POA), l’ente dalle cui ceneri, con nuove impostazioni, nacque nel 1971 Caritas Italiana.

Il Festival Sabir, evento diffuso e spazio di riflessioni sulle culture mediterranee nei luoghi simboli dell’Europa, è uno spazio della società civile non equidistante dalle grandi questioni migratorie che interessano in maniera crescente le nostre società, ma schierato dalla parte dei migranti, rifugiati e di tutte le vittime dei conflitti. Sabir è l’occasione per ribadire ogni anno che le guerre e le altre crisi del nostro pianeta possono essere affrontate solo lasciando al centro le persone e i loro diritti, a prescindere dalla nazionalità. Il Festival costituisce, infatti, un’occasione preziosa per affrontare le tematiche della solidarietà e dei diritti umani, per riflettere sulle alternative possibili e le pratiche innovative, offrendosi come spazio di confronto, dialogo e testimonianza.

Nel decennale del Festival, si vuole ancora dare voce a quel Mediterraneo che non intende arrendersi alle morti di frontiera e alla criminalizzazione delle persone in movimento e della solidarietà. Sabir quest’anno per la prima volta si sdoppierà: dal 18 al 20 aprile 2024 l’appuntamento è a Prato. Ci si incontrerà poi una seconda volta a Roma dal 10 al 12 ottobre.

La tappa di Prato si focalizza in prevalenza sulle questioni nazionali, sul tema del lavoro e della cittadinanza, sulle prospettive delle politiche di ingresso e soggiorno, ma anche di detenzione e trattenimento, delle persone di origine straniera nel nostro Paese. Prato è una città dell’area metropolitana fiorentina con una storia di immigrazione molto importante, unica nel quadro nazionale. Con una presenza di persone di origine straniera che si aggira intorno al 25 per cento della popolazione residente (quasi 200 mila persone in totale di cui 58 mila circa cittadini di origine non italiana) e la comunità cinese più numerosa d’Italia con oltre 31mila residenti, Prato ha rappresentato, dagli anni Novanta del secolo scorso in poi, un laboratorio nel quale sperimentare, non senza contraddizioni, nuove pratiche di inclusione e partecipazione.

L’edizione di Roma, invece, allargherà lo sguardo al quadro europeo e internazionale, e vedrà la presenza di tante reti e movimenti che in questi anni hanno attraversato il Festival e lo hanno reso un appuntamento di grande rilievo per la società civile europea e del Mediterraneo.

In uno scenario di conflitti crescenti in Europa e nel mondo, abbiamo il dovere di ribadire che l’unica soluzione è rispondere alla guerra con la politica e la solidarietà, e risolvere i conflitti con il diritto internazionale. Quest’anno, più che mai, Sabir sarà uno spazio per affermare la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza, in Ucraina, in tutto il mondo.

L’obiettivo finale è che Sabir continui ad essere un’opportunità di mobilitazione e attivazione, riflessione e lavoro condiviso a livello locale, nazionale e internazionale. Caritas Italiana, promotrice sin dall’inizio del Festival Sabir, è stata presente a Prato con varie proposte, tra cui la presentazione dell’ultimo Rapporto Immigrazione e del documentario Come sabbia al vento, con l’intervento del regista Paolo Catellani, e l’organizzazione di un incontro su vie legali e sicure d’ingresso. Altre decine di iniziative culturali hanno animato il festival fino alla sera di sabato 20 aprile.

A questo link è possibile rivedere il programma del Festival.

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Nell’incontro conclusivo Dove finisce l’Europa, i promotori hanno lanciato un appello in vista delle elezioni europee e presentato il decalogo Per una nuova stagione dei diritti, della solidarietà e dell’accoglienza in Europa.

“Dopo l’approvazione del Patto su Asilo e Migrazione, un pacchetto di strumenti che avrà implicazioni devastanti sul diritto d’asilo, favorendo detenzioni arbitrarie e violazioni dei diritti fondamentali delle persone migranti, senza fare alcun passo avanti verso il miglioramento del sistema d’asilo europeo, chiediamo ai candidati alle prossime elezioni europee impegni concreti in tema di immigrazione e diritto d’asilo anche per cambiare la rappresentazione negativa e strumentale del fenomeno dell’immigrazione e puntando all’interesse generale dell’Italia e dell’UE”.

La decima edizione del Festival Sabir a Prato ha visto la partecipazione di oltre 1.600 persone e più di 80 relatori e relatrici per 45 eventi: 30 seminari e incontri, 3 formazioni, 3 presentazioni di libri, 3 concerti, 2 proiezioni di film, 4 mostre. Il tutto gestito grazie alla presenza di oltre 100 persone tra staff e volontari.

L’appuntamento con la seconda parte della decima edizione del Festival Sabir sarà a Roma, dal 10 al 12 ottobre, e vedrà la presenza di tante reti e movimenti che in questi anni hanno attraversato il Festival e lo hanno reso un momento di grande rilievo per la società civile europea e del Mediterraneo.

 

Aggiornato il 21 Aprile 2024